New Dehli (Agenzia Fides) – Tensione e violenza tra indù e musulmani in India: nei giorni scorsi nello stato del Bengala Occidentale, si sono verificati scontri e proteste violente della comunità musulmana locale, dopo la provocazione di un giovane estremista indù che sul social network Facebook aveva insultato l’islam. Dopo giorni di tensione e violenze, la polizia è riuscita a ristabilire la calma nelle cittadine di Baduria e Basirhat, nel distretto di “North 24 Parganas”. L’episodio mostra la tensione esistente tra gruppi radicali indù e la minoranza musulmana in India (che conta oltre 130 milioni di fedeli), acuitesi nell’ultimo periodo a causa dei recenti provvedimenti e delle uccisioni extragiudiziali legate al commercio e consumo della carne bovina, vietata per la religione indù.
Secondo gli osservatori, gruppi estremisti indù, forti del loro disegno ideologico di eliminare le minoranze musulmane e cristiane e fare un'India “solo indù”, intendono provocare la violenza per far esplodere una sorta di conflitto civile. Tathagata Roy, attuale governatore dello stato di Tripura (nel nordest dell’India), ha scritto sul social network Tweeter : “Il problema indù-musulmano non sarà risolto senza una guerra civile”.
Secondo fonti di Fides, negli ambienti cristiani si nota che tale risposta violenta dei musulmani indebolisce la narrazione democratica-secolare che contrasta l’approccio dei gruppi induisti radicali e, nel contempo, fornisce loro l’opportunità di presentarsi come “difensori degli indù perseguitati”, per allargare il loro consenso nella società. “Non bisogna cadere nella trappola tesa da questi gruppi”, che intendono fomentare la violenza sociale e religiosa per poi legittimare un attacco in massa contro le minoranze musulmane e cristiane, rimarca a Fides Shamsul Islam, scrittore e intellettuale, docente all'Università di Delhi, studioso della condizione e dei problemi delle minoranze religiose in India.
“Nelle violenze dei musulmani contro gli indù in Bengala Occidentale, i funzionari della polizia sono rimasti spettatori muti e questo non fa altro che aumentare la polarizzazione”, osserva Shamsul Islam. “Le folle musulmane che hanno attaccato e distrutto le proprietà degli indù per un paio di giorni hanno affermato che lo stavano facendo per salvare l'onore dell'Islam, ma in tal modo tradiscono l’islam e non contribuiscono a costruire una società egualitaria e secolare. Si assiste così allo scontro tra opposti estremismi, del tutto inedito per la società indiana” conclude, segnalando che potrebbero esserci nuovi tentativi di innescare una pericolosa violenza.
L’incidente si aggiunge a un altro recente caso di violenza avvenuto sui pellegrini indù nello stato indiano del Kashmir, dove un bus che trasportava fedeli indù provenienti dal Gujarat, che stavano recandosi al centro di pellegrinaggio ad Amarnath Yatra, è stato colpito da un attentato terroristico attribuito al gruppo di matrice islamica “Lashkar-e-Taiba”. Il bilancio è 7 morti e 32 feriti. Leader religiosi locali cristiani e musulmani hanno condannato l’attacco ricordando che “la violenza religiosa non deve avere posto in India”. (PN-PA) (Agenzia Fides 12/7/2017)
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