ASIA/INDONESIA - Elezioni a Giacarta: il cristiano Ahok porge la mano ai vincitori. Ma il suo processo per blasfemia continua

venerdì, 21 aprile 2017 settarismi   politica   elezioni  

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Giacarta (Agenzia Fides) - "Il potere viene da Dio, e da Dio può essere tolto. Nessuno arriva al potere senza il permesso di Dio. Non siate tristi. Le cose le conosce Dio”. Con queste parole, citando implicitamente il Vangelo e San Paolo (“omnis potestas a Deo”, Rm 13, 1), il governatore di Giacarta, il cristiano protestante Basuki "Ahok" Tjahaja Purnama, ha provato a confortare i suoi sostenitori, amareggiati dopo che lo stesso Ahok aveva riconosciuto la sua sconfitta nel ballottaggio elettorale del 19 aprile, che lo aveva visto competere con Anies Baswedan per essere rieletto alla guida del governo di Giacarta.
Dopo la chiusura dei seggi, i dati sui voti scrutinati hanno evidenziato fin dall'inizio la vittoria ottenuta con ampio margine da Anies, che ha raccolto la preferenza di circa il 58 per cento dei voti validi. Quando l'esito del ballottaggio è apparso segnato, Ahok ha riconosciuto la sconfitta, congratulandosi con Anies, con il vice-governatore designato Sandiaga, con la squadra della loro campagna elettorale e con i loro sostenitori. Il governatore protestante ha anche offerto la sua disponibilità a collaborare con Anies Baswedan, un musulmano votato anche da gruppi islamisti radicali, a cominciare dal periodo di transizione che precederà la scadenza effettiva del suo mandato, fissata per il prossimo ottobre.
”La nostra speranza” ha dichiarato Ahok in una conferenza stampa tenuta presso un hotel della capitale indonesiana, “è che tutte le parti dimentichino la campagna elettorale. Noi in realtà siamo la stessa cosa. Vogliamo che Giacarta migliori, perché è la nostra casa comune". Il governatore uscente di Giacarta ha poi invitato anche i suoi sostenitori ad archiviare questo tempo di campagna elettorale, che molti osservatori hanno giudicato come la più settaria e divisiva mai registrata nella storia della città.
Anies e Sandiaga, dal canto loro, hanno espresso apprezzamento per il contributo assicurato da Ahok e dal candidato vice-governatore Djarot per garantire che l'elezione di mercoledì 19 si svolgesse entro i canoni di un autentico processo democratico. Il governatore designato Baswedan e il suo futuro vice-governatore hanno fatto appello a Ahok e a Djarot e ai loro sostenitori a collaborare per superare insieme le lacerazioni e i contrasti registrati durante la campagna elettorale, e a lavorare insieme per il bene di Giacarta.
Intanto ieri, giovedì 20 aprile, Ahok è tornato in tribunale per la quindicesima udienza del processo che dallo scorso dicembre lo vede indagato con l'accusa di blasfemia. Durante la sessione, l'accusa ha chiesto alla Corte Distrettuale del Nord di Giacarta di condannare il governatore Basuki "Ahok" Tjahaja Purnama a due anni di libertà vigilata, con la possibilità di subire un anno di carcere in caso di recidiva. (PCP/GV) (Agenzia Fides 21/4/2017)


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