ASIA/INDIA - Migliaia di vittime per l’inquinamento dell'aria: per la Chiesa servono “coscienza e azione”

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Yan Forget - WikiCommons

New Delhi (Agenzia Fides) - Diciottomila indiani muoiono ogni giorno per cause dirette o indirette dell'inquinamento atmosferico. E il progressivo avvelenamento dell’aria è spesso legato ai cambiamenti climatici. Lo dice un nuovo studio edito dalla rivista scientifica "The Lancet", che ha generato un vivace dibattito in India, coinvolgendo la società civile e la Chiesa cattolica.
Le città più inquinate al mondo sono le indiane Patna e New Delhi, osserva lo studio, riportando dati del 2010. Gli studiosi indicano che una delle conseguenze dell'esposizione ad agenti inquinanti è la nascita di bambini pre-termine. In questo fenomeno l'Asia meridionale è la regione più colpita, con 1,6 milioni di nascite pre-termine , quasi la metà del totale mondiale.
Il fenomeno dell'inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico sono strettamente collegati e vanno affrontati insieme, dice The Lancet, affermando che vi è un “rischio potenzialmente catastrofico per la salute umana”. Inoltre, secondo una stima della Banca Mondiale, tali fenomeni generano per l’India una perdita di reddito pari a 38 miliardi di dollari annui.
Contraddicendo alcuni dei rapporti pubblicati in India, The Lancet afferma che le centrali elettriche e quelle a carbone contribuiscono all'inquinamento dell'aria e dell’ambiente in misura del 50% del totale.
Il Ministro per l'ambiente, delle foreste e il cambiamento climatico Anil Madhav Dave ha recentemente ammesso in Parlamento che il paese spende ogni anno per il monitoraggio dell'inquinamento atmosferico, in un paese vasto come l'India, 70 milioni di rupie (circa un milione di dollari USA): cifra ritenuta del tutto insufficiente. Secondo il ministro non vi sono studi credibili per quantificare il numero di persone con malattie polmonari o il numero di decessi che siano diretta conseguenza dell’inquinamento dell'aria. Il ministro per la Scienza e la tecnologia Harsh Vardhan ha commentato: “L’inquinamento, quando colpisce i polmoni, soprattutto nei bambini più piccoli, può essere un killer: è come un veleno lento. Siamo molto preoccupati, molto è stato fatto, ma ancora molto bisogna fare”.
Lo studio mostra che i cambiamenti climatici hanno un impatto significativo sulla salute dei bambini. Si stima che 5,5 milioni di vite sono state perse nel 2013 per malattie associate con l'inquinamento dell'aria.
Interpellato da Fides, p. Fabian Toppo, professore di teologia al Seminario maggiore di Calcutta ha detto: “Il rapporto è inquietante. Il governo indiano dovrebbe agire seriamente per affrontare il problema. La rapida industrializzazione è la causa dell'inquinamento atmosferico. La coscienza va accompagnata dall’azione”.
“Istituzioni e singoli cittadini hanno la responsabilità di lavorare a tutti i livelli per ridurre il cambiamento climatico e affrontarne l’impatto”, nota a Fides Deepika Singh, coordinatore dell’Ufficio per il cambiamento climatico nella Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia. “I cittadini lo comprendono sempre meglio: quasi il 60% delle persone intervistate in India percepisce che i cambiamenti climatici danneggiano la vita delle persone. La Chiesa sta cercando di contribuire a sensibilizzare, educare ed agire sul fronte dei cambiamenti climatici. Non c’è da perdere tempo, perché è un questione che tocca la vita di tutti, soprattutto pensando alle nuove genrazioni”, conclude. (PA-SD) (Agenzia Fides 21/2/2017)


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