ASIA/INDONESIA - Elezioni a Giacarta: la Chiesa invita al voto e sostiene la pace

martedì, 7 febbraio 2017 politica   islam   islam politico   blasfemia   minoranze religiose   libertà religiosa   chiese locali   diritti umani   pace  

Jakarta Globe

Ahok (al centro) in un dibattito elettorale

Giacarta (Agenzia Fides) - Mentre nel paese si registra una crescente tensione e polarizzazione, in vista delle elezioni del governatore di Giacarta, previste il 15 febbraio, l'Arcivescovo di Giacarta, Ignatius Suharyo, ha diffuso un messaggio ai fedeli invitando ad affrontare "con calma e serenità la situazione attuale, sostenendo tutti gli sforzi promossi dal governo per mantenere la pace", ed "esercitando il diritto di voto secondo coscienza".
Nel testo della lettera, pervenuto a Fides, l'Arcivescovo auspica che "i cattolici mettano davanti a tutto il senso di nazionalità" e quella “diversità” intesa con "un significato positivo per l'integrità della Repubblica di Indonesia, che si basa sulla ideologia della Pancasila" (la carta dei cinque principi, ndr). L'Arcivescovo Suharyo invita la sua gente a continuare a pregare "perchè Dio protegga sempre la nostra nazione, e perchè i leader del nostro paese abbiano sempre la saggezza, in modo che possano costruire una società pacifica e prospera".
Riferendosi al principio cardine della repubblica, "l’unità nella diversità", mons. Suharyo ricorda ai cattolici di non fare della Chiesa "il luogo o lo strumento di qualsiasi forma di campagna politica" e invita d'altro canto i fedeli a pregare con una novena e a recitare il rosario perchè il candidato cristiano Basuki Tjahaja Purnama, detto "Ahok", possa vincere la corsa al seggio di governatore. Ahok è attualmente sotto processo per presunta blsfemia, ma questo non gli impedisce di continuare la sua campagna e di partecipare alle elezioni.
Nei giorni scorsi, in uno degli eventi elettorali, Ahok ha detto: "Crediamo che Jakarta abbia bisogno di un leader onesto. Se il leader è onesto, allora gli ufficiali pubblici avranno lo stesso atteggiamento. Quindi il leader dovrebbe essere trasparente e competente".
Maxi Paat, laico cattolico impiegato nella segreteria della Commissione episcopale per gli affari ecumenici e interreligiosi, dice a Fides: "I cattolici si mescolano con gli altri elettori. Voterò Ahok non per il suo background religioso o etnico, ma perchè ha dato ottima prova del suo lavoro nello sviluppo di Giacarta". Felix Lengkong, psicologo dell'Università cattolica Atma Jaya di Jakarta, nota a Fides che "Ahok è sostenuto anche da molti musulmani, dal momento che molti credono nella sua onestà e correttezza".
Oggi, 7 febbraio Ahok è stato presente alla nona udienza del processo a suo carico per blasfemia. La denuncia nei suoi confronti è stata registrata il 6 ottobre 2016 dal gruppo radicale "Islamic Defenders Frnt" sulla base di un discorso del 27 settembre, in cui Ahok ha citato la Sura "Al Maidah" del Corano. Dopo settimane di indagini, la polizia ha rinviato a giudizio il politico cristiano per sospetta blasfemia. (PA-PP) (Agenzia Fides 7/2/2017)


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