ASIA/SIRIA - Scambi di accuse ad Aleppo sulla tregua violata. Il Vescovo Marayati: la lettera del Papa a Assad è chiara e non va strumentalizzata

mercoledì, 14 dicembre 2016 guerre   papa francesco   chiese orientali   jihadisti   politica internazionale  

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Aleppo (Agenzia Fides) - La lettera inviata dal Papa al Presidente siriano Bashar al Assad “contiene parole chiare e coerenti con quello che il Successore di Pietro e la Santa Sede hanno sempre detto sulla situazione tragica della Siria. Basta leggerle, quelle parole. Non c'è bisogno di decifrare, e tanto meno serve strumentalizzare quel messaggio”. Così Boutros Marayati, Arcivescovo armeno cattolico di Aleppo, invita a riconoscere nella missiva inviata dal Papa al Presidente siriano un ulteriore segno della costante sollecitudine manifestata dal Papa e dai suoi collaboratori davanti alle sofferenze dell'intero popolo siriano.
“Papa Francesco” ripete l'Arcivescovo armeno cattolico di Aleppo “invita tutti a porre fine alle violenze, da ogni parte esse vengano, e a camminare sulla via della pacificazione e della riconciliazione. E' fuori luogo provare a usare quel messaggio o le parole in esso contenute come una presa di posizione pro o contro il Presidente Assad”.
L’agenzia ufficiale siriana Sana aveva dato la notizia della lettera papale, fornendone alcuni contenuti. Papa Francesco, nella missiva giunta lunedì 12 dicembre al Presidente siriano tramite l'Arcivescovo e Cardinale Mario Zenari, Nunzio apostolico nel paese mediorientale, ha condannato tutte le forme di estremismo e terrorismo «da qualsiasi parte esse possano venire» ed ha fatto appello ad Assad affinché «sia pienamente rispettato il diritto umanitario internazionale in merito alla protezione dei civili e l’accesso all’aiuto umanitario».
Le preoccupazioni del Papa, in questo momento, riguardano in particolare la città di Aleppo. Su quanto sta accadendo nella città martire si intrecciano notizie e versioni contrastanti. L’esercito governativo siriano dichiara di aver ripreso possesso di quasi tutta la metropoli siriana, mentre rappresentanti delle Nazioni Unite e della Croce Rossa internazionale parlano di “civili giustiziati sul posto” dalle truppe governative. Migliaia di persone sarebbero intrappolate nella parte rimanente di Aleppo ancora nelle mani dei ribelli e dei jihadisti, e su tale enclave cittadina – riferiscono agenzie internazionali citando fonti dei guppi ribelli – sarebbero ripresi stamani i bombardamienti, nonostante la tregua concordata ieri sera per consentire l'evacuazione dei gruppi armati. A tali informazioni fanno da contraltare le notizie diffuse dalle fonti russe, secondo cui sono stati i guppi armati di jihadisti a contrattaccare aree già riconquistate dall'esercito siriano, mentre impediscono ai civili di fuggire dalle zone di scontro. Quasi 6.000 civili, tra cui 2.210 bambini – rende noto il Ministero della difesa russo, citando i dati del Centro russo per la riconciliazione delle parti in conflitto in Siria - sono stati comunque evacuati dai distretti orientali nelle ultime 24 ore. “Nei nostri quartieri” riferisce a Fides l'Arcivescovo Marayati “le persone ovviamente sono contente del fatto che i gruppi armati jihadisti siano stati allontanati, e i loro colpi di mortaio non riescano più a raggiungere le loro case. Ma la paura rimane, e rende fragile il sollievo. Avremo pace solo quando una vera riconciliazione riuscirà a prevalere nei cuori, liberandoli dall'odio. Solo così potremo ripartire insieme. Intanto, preghiamo di poter vivere il tempo di Natale nella speranza, con un po' di serenità”. (GV) (Agenzia Fides 14/12/2016)


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