ASIA/INDONESIA - Preghiera per la pace in tutto il paese, alla vigilia della protesta dei gruppi estremisti

giovedì, 1 dicembre 2016 pace   giustizia   legalità   violenza   preghiera   diritti umani   blasfemia   minoranze religiose   islam   islam politico  

Giacarta (Agenzia Fides) – Ribadire pacificamente i principi di tolleranza, amore, unità nella diversità, accoglienza dell'altro, legalità, pace: con questo spirito, indossando fasce rosse e bianche (colori nazionali dell'Indonesia) milioni di cittadini in tutto il paese, fedeli appartenenti tutte le comunità religiose, hanno simbolicamente condiviso una grande "preghiera per l'unità", ieri 30 novembre 2016, e sono scesi in piazza per lanciare un messaggio di pace. L’iniziativa giunge due giorni prima della nuova manifestazione, indetta da gruppi radicali islamici, che chiedono al governo e alla magistratura di arrestare il governatore cristiano di Giacarta, Basuki Tjahaja Purnama, detto “Ahok”, accusato di presunta blasfemia.
Attivisti, leader religiosi, artisti, musicisti, funzionari pubblici, studenti, capi militari e rappresentanti della comunità cristiana (sacerdoti, religiosi e laici) si sono uniti alla manifestazione. Come appreso da Fides, molti leader religiosi della Chiesa cattolica hanno partecipato.
“Indossiamo fasce rosse e bianche e preghiamo per la pace in Indonesia” ha detto il Generale Gatot Nurmantyo, tra gli organizzatori della manifestazione, durante un corteo che ha attraversato il centro di Giacarta, proprio negli stessi luoghi che domani, 2 dicembre, vedranno sfilare i gruppi radicali. La manifestazione è stata punteggiata da preghiere, canti, danze, discorsi, tutti centrati sul tema “unità nella diversità” e sull’urgenza di costruire la pace e il bene del paese.
Mons. Agustinus Tri Budi Utomo, vicario generale della diocesi di Surabaya, capitale della provincia di East Java, nota a Fides che “la Chiesa cattolica esprime preoccupazione per l'unità della nazione, e conferma il sostegno alla Costituzione e ai principi della democrazia”. A Surabaya, dove sono scese in strada circa 10mila persone, vi erano molti fedeli cristiani nel corteo. “Bisogna essere forti e liberi dalla paura, di fronte alla verità e alla giustizia” nota il vicario.
Riconoscendo la presenza di numerosi cattolici, p. Budi Utomo ha spiegato che l’esperimento di questo corteo, diffuso capillarmente in tutto il territorio nazionale, “è interessante per testare il consolidamento della democrazia in Indonesia e la consapevolezza di questi valori nella vita della popolazione indonesiana. La gente ha confermato il proprio sostegno all'esercito e alla polizia, per salvaguardare il paese”.
A Bandung, capitale della provincia di West Java, le persone in strada erano 15mila. Il corteo si è chiuso con una preghiera comune guidata da sei leader religiosi, in rappresentanza di confucianesimo, induismo, buddismo, protestantesimo, cattolicesimo e islam. Tutti hanno pregato per l'unità della nazione. Parlando a Fides, il vicario generale della diocesi di Bandung, p. Yustinus Hilman Pudjiatmoko, ha ricordato le parole di una canzone ascoltata al corteo che invitava a “costruire l’anima e il corpo della grande Indonesia” (PA- PP) (Agenzia Fides 01/12/2016)


Condividi:
pace


giustizia


legalità


violenza


preghiera


diritti umani


blasfemia


minoranze religiose


islam


islam politico