ASIA/INDONESIA - Unità nella diversità: il popolo indonesiano in piazza per il bene comune

lunedì, 21 novembre 2016 libertà religiosa   islam politico   islam   politica   minoranze religiose   pace   società civile  

Giacarta (Agenzia Fides) - Ribadire il motto dell'Indonesia, "unità nella diversità" e la base solida della nazione, cioè la Pancasila (la “Carta dei cinque principi”): con questo spirito i cittadini indonesiani di tutte le fedi sono scesi in piazza nei giorni scorsi a Giacarta e Semarang, le due maggiori città dell’isola indonesiana di Giava. Indossando i tradizionali abiti bianchi e rossi, colori nazionali dell'Indonesia, migliaia di persone hanno sfilato il 19 novembre per le strade della capitale. A motivare la manifestazione, il recente episodio di una bomba fatta esplodere davanti a una chiesa a Samarinda (nella Papua indonesiana) e anche il tentativo di polarizzare la nazione in seguito alla vicenda del governatore di Giacarta, il cristiano Basuki Tjahaja Purnama, detto “Ahok”, accusato di blasfemia.
Come appreso da Fides il corteo è stato animato da preghiere interconfessionali, musica e performance artistiche tradizionali, mentre tutti hanno inneggiato alla "Bhinneka Tunggal Ika", motto ufficiale dell'Indonesia, che in lingua giavanese significa "unità nella diversità". Al corteo erano presenti sacerdoti, religiosi e fedeli che l' arcivescovo Ignatius Suharyo di Giacarta ha invitato a partecipare per "sostenere la Pancasila e pregare per la patria".
Momento culminante è stato il silenzio in cui tutti i manifestanti, delle varie religioni, hanno pregato personalmente, invocando tolleranza e pace sulla nazione. Dopo la preghiera, il comitato organizzatore, composto da vari enti della società civile, ha letto una dichiarazione comune, seguita dal rilascio di cinque colombe come simbolo di pace. "Alcuni gruppi e movimenti intendono apertamente sostituire la Pancasila, e mirano a distruggere il paese " recita il testo, ribadendo "la lotta contro la violenza in nome della religione".
P. Simon Petrus Lili Tjahjadi, rettore della facoltà di Filosofia alla Università Driyarkara a Giacarta spiega a Fides che "la preoccupazione per il bene comune dell'Indonesia è anche nostra. Questa è la prova del nostro impegno per tutelare l'identità profonda dell'Indonesia, che è pluralista".
Centinaia di migliaia di persone, guidate da gruppi musulmani radicali avevano organizzato una manifestazione il 4 novembre scorso chiedendo al governo di incriminare il governatore di Giacarta per presunta blasfemia. Il 16 novembre, la polizia ha ufficialmente indagato Ahok per blasfemia, annunciando che verrà rinviato a giudizio. I gruppi musulmani radicali hanno indetto una nuova manifestazione di massa per chiedere alla polizia di arrestare il governatore.
L’intolleranza istigata nella società ha spinto i cittadini indonesiani a scendere in strada anche in occasione della Giornata internazionale per la tolleranza, il 18 novembre: una corteo pacifico che ha inneggiato al pluralismo e al rispetto della diversità si è tenuto a Semarang, capitale della provincia di Central Java. Come appreso da Fides, il corteo ha lanciato un appello a rifiutare ogni forma di intolleranza e di discriminazione fondata su religione, etnia, razza, colore, sesso, opinioni politiche. In secondo luogo il testo chiede allo Stato di svolgere un ruolo attivo al fine di fermare i gruppi violenti e intolleranti, anche agendo sui social media, per mantenere l'armonia nella nazione indonesiana.
Il capo della commissione per l'ecumenismo nella diocesi di Semarang, p. Aloysius Budi Purnomo, ha detto a Fides: "Noi cristiani indonesiani abbiamo il compito di diffondere nuova consapevolezza per costruire la civiltà dell'amore, al fine di creare una società prospera, dignitosa e armonica, che benefici ogni cittadino indipendentemente dalla sua religione. Studenti e giovani sono elementi importanti per diventare una forza attiva contro la violenza e l'intolleranza. Giovani e studenti hanno il compito di costruire e rafforzare l'armonia, la pace e la fratellanza in questo paese. Senza arrendersi mai". (PA-PP) (Agenzia Fides 21/11/2016)


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