AFRICA/COSTA D’AVORIO - Nuove manovre dilatorie nella crisi ivoriana. “È ora che la comunità internazionale eserciti pressioni decisive sui politici ivoriani” dicono fonti di Fides

venerdì, 15 aprile 2005

Abidjan (Agenzia Fides)- Tutto è rinviato a domani, sabato 16 aprile. I rappresentati del governo ivoriano e della guerriglia delle Forze Nuove che si erano riuniti ieri, 14 aprile, a Bouaké, nel nord della Costa d’Avorio non hanno ancora trovato un accordo per procedere al disarmo delle diverse milizie e dare vita a un esercito unificato. “La riunione è finita senza un accordo e senza che venisse pubblicato un comunicato” dice all’Agenzia Fides una fonte locale da Bouaké, che è ormai considerata la “capitale” dei ribelli ivoriani che controllano dal settembre 2002 il nord e l’ovest del paese.
Se ancora non vi sono novità rilevanti sul disarmo, ha invece destato grande consenso tra le forze politiche ivoriane la decisione del Presidente sudafricano Thabo Mbeki, che media nella crisi ivoriana per conto dell’Unione Africana, di ammettere la candidatura alle elezioni presidenziali di tutti i firmatari dell’accordo di Pretoria del 6 aprile. La decisione di Mbeki permette al leader dell’opposizione, Alassane Ouattara, di concorrere allo scrutinio presidenziale. Il problema delle candidature presidenziali era stata lasciata dai firmatari dell’accordo di Pretoria al Presidente sudafricano. Si tratta infatti di uno dei problemi più spinosi della crisi ivoriana. Infatti, secondo l’art. 35 della Costituzione ivoriana può diventare Capo di Stato solo chi è nato da due genitori di nazionalità ivoriana. Ouattara, che era già stato scartato nelle elezioni del 2000, ha solo un genitore di nazionalità ivoriana, ed ha finito per diventare il rappresentante di milioni di ivoriani di origine straniera che si sentono discriminati
“La decisione di Mbeki è stata ben accolta dalla grande maggioranza dei partiti ivoriani, ma il Presidente Laurent Gbagbo non si è ancora pronunciato” dicono le fonti di Fides. “Egli infatti ha avviato una serie di colloqui con la società civile sulla questione, al termine dei quali farà sapere se accettare o meno la decisione di Mbeki. Questi colloqui, in realtà, coinvolgono solo i sostenitori del Presidente ivoriano, dai “giovani patrioti”, la milizia del suo partito, al sindacato, alle organizzazioni femminili. Si tratta di una chiara manovra dilatoria. I colloqui infatti termineranno il 3 maggio” affermano le fonti di Fides.
“In conclusione, siamo di fronte ai soliti maneggi dei politici ivoriani, volti a prendere tempo e a perpetuare una situazione di stallo che comporta vantaggi economici per pochi e gravi problemi per la maggioranza della popolazione ivoriana” commentano le fonti di Fides. “Qui al nord, i mercati sono vuoti anche perché la gente non ha più denaro. I miliziani ai posti di blocco continuano a taglieggiare la popolazione allo stremo. L’unico modo per uscire da questa situazione è una forte spinta della comunità internazionale: è ora che le Nazioni Unite promuovano sanzioni serie ad personam contro i protagonisti di questa crisi infinita”. (L.M.) (Agenzia Fides 15/4/2005 righe 38 parole 482)


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