“Avrei voluto visitare l’Oceania… il Pacifico si reca dal Vescovo di Roma”

giovedì, 14 aprile 2005

Città del Vaticano (Fides) - “Avrei voluto visitare l’Oceania ancora una volta per presentare il frutto dell’opera sinodale…Tuttavia non è stato possibile. Quindi il Pacifico si reca dal Vescovo di Roma…”. Con queste parole Giovanni Paolo II espresse il suo rammarico a quanti avevano partecipato alla breve cerimonia per la promulgazione dell’Esortazione apostolica “Ecclesia in Oceania”, svoltasi in Vaticano il 22 novembre 2001. Oltre al Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, Card. Jan P.Schotte, e all’Arcivescovo di Wellington (Nuova Zelanda), Thomas Stafford Williams, che fu uno dei Presidenti delegati dell’Assemblea Sinodale del 1998, erano presenti diversi altri Cardinali, Arcivescovi e Vescovi. Tra loro l’Arcivescovo di Samoa-Apia (Samoa), Card. Pio Taofinu’u, che fu anch’egli Presidente delegato del Sinodo; il Relatore generale, mons. Barry James Hickey, Arcivescovo di Perth (Australia), e il Segretario speciale, mons. Michel Marie Bernard Calvet, Arcivescovo di Nouméa (Nuova Caledonia). Accanto a loro i membri del Consiglio speciale per l’Oceania della Segreteria generale del Sinodo, alcuni Superiori generali, religiosi e religiose, e un gruppo di fedeli nei caratteristici costumi di Samoa, che hanno eseguito alcuni canti e danze.
“In voi vedo l’oceano infinito risplendere nel sole - disse Giovanni Paolo II nel suo discorso -, la Croce del Sud brillare nel cielo notturno, le isole grandi e piccole, le città e i villaggi, le spiagge e le foreste, e soprattutto i popoli che sono la ricchezza autentica dell’Oceania: i melanesiani, i polinesiani e i micronesiani, gli aborigeni dell’Australia, i maori della Nuova Zelanda, i molti popoli immigrati che hanno fatto dell’Oceania il proprio paese”. Il Papa ha ricordato l’esperienza di “intensa comunione” sperimentata al Sinodo e “gli innumerevoli segni di santità e di giustizia presenti tra i popoli dell’Oceania” di cui i Padri Sinodali si sono rallegrati. Non è però mancato l’accento sulle grandi sfide (crisi economica, conflitti etnici, instabilità politica, mancanza di rispetto per la vita umana…) che chiamano la Chiesa dell’Oceania “a svolgere il grande compito di una nuova evangelizzazione”. “Questa nuova avventura missionaria si radica nella contemplazione del volto di Cristo, che è il nucleo della ricca eredità che l’esperienza del Grande Giubileo ci ha consegnato” ha proseguito il Papa, sottolineando che “la comunione è la matrice della missione: essa conferirà le energie necessarie alla nuova evangelizzazione”. Infine ha così esortato i presenti: “La Chiesa universale vi accompagna… I santi dell’Oceania, riflessi della gloria di Dio, sono vicini a voi in questo momento… Essi non cessino mai di intercedere per i popoli fra i quali hanno vissuto e per i quali sono morti, ardenti d’amore!”.
La cerimonia aveva avuto inizio con una breve introduzione del Card. Schotte, che aveva ripercorso le tappe dell’Assemblea continentale, e con l’intervento del Card. Stafford Williams, che ha presentato i temi principali sviluppati nell’Esortazione apostolica. Dopo aver firmato due copie del documento, il Papa inviò via e-mail l’Esortazione a tutte le Chiese dell’Oceania, pronunciò un discorso sopra citato e infine consegnò il testo ai presenti. Canti e preghiere di ringraziamento hanno concluso l’incontro. (Agenzia Fides 14/4/2005)


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