Chiusi i lavori del Sinodo, l’Asia si apre alla speranza e attende il Papa

mercoledì, 13 aprile 2005

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il 14 maggio 1998, una solenne Concelebrazione ha chiuso i lavori dell’Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Asia. Una liturgia ricca di colori e suoni della tradizione asiatica, ma anche carica di un senso di unità e condivisione. La stessa unità e condivisione che ha caratterizzato tutti i lavori del Sinodo e ha lasciato una traccia profonda in ciascuno. E’ quanto ha voluto ricordare il Papa Giovanni Paolo II nella sua omelia, sottolineando insieme la “riscoperta” ecclesiale del grande continente asiatico, da cui è partita duemila anni fa la diffusione del Cristianesimo: “Estendendo lo sguardo a tutta l’Asia, i lavori sinodali ci hanno permesso di vedere in che modo il Vangelo si è radicato in quel grande continente nel corso di questi duemila anni. In esso, certo, i cristiani rimangono numericamente una minoranza, ed una situazione di questo genere costituisce per loro quasi una continua sfida. La Chiesa è stimolata da ciò ad offrire la sua testimonianza con particolare coraggio. Come dimenticare che Gesù è nato in quel singolare crocevia, dove l’Asia si congiunge con l’Africa e l’Europa? Egli è venuto nel mondo per tutti i continenti, ma per l’Asia in modo particolare, e l’Asia potrebbe vantare in proposito un diritto di priorità. In una parte dell’Asia Cristo è vissuto; lì ha compiuto l’opera della redenzione del mondo; lì ha istituito l’Eucaristia e gli altri sacramenti; lì è risorto”.
Un continente che propone e sfida, ma che chiama anche la Chiesa alla solidarietà con quelle realtà in cui la fede è limitata o minacciata da sistemi economici, strutture sociali o ideologie. In diverse occasioni - e anche nel Messaggio finale all’Assemblea sinodale - è stata espressa solidarietà con le Chiese di quei paesi dove “le popolazioni soffrono a causa di regimi politici che non tengono conto delle loro legittime rivendicazioni per ottenere maggiore libertà e maggior rispetto dei loro diritti fondamentali. Altre ancora stanno lottando per riottenere l’indipendenza o una maggiore autonomia”.
Alla fine del Sinodo il Papa Giovanni Paolo II ha voluto ancora una volta ricordare la Chiesa cinese e i suoi Pastori: “Fra i popoli di quel grande Continente non posso non menzionare, in particolare, la nazione cinese, che è la più numerosa. A voi, carissimi fratelli e sorelle della Chiesa cattolica che è nella Cina continentale, desidero dire, ancora una volta, il mio affetto e quanto sia vivo il dispiacere per il fatto che il Vescovo di Wanxian e il suo Coadiutore non siano potuti venire a Roma per partecipare di persona ai lavori del Sinodo. Le parole con cui il Vescovo Mattia Duan Yinming ha espresso la fedeltà al Successore di Pietro e la comunione con la Chiesa universale ci hanno toccato il cuore. I Padri Sinodali, provenienti da tutti i Paesi dell’Asia, hanno sempre considerato presenti in spirito i loro Confratelli cinesi e nutrono la speranza che siano presto superate le presenti difficoltà, così che in una prossima occasione quei Vescovi si possano incontrare con gli altri Pastori della Chiesa. Noi tutti auspichiamo che, mentre la Repubblica Popolare Cinese si apre sempre più al resto del mondo, anche alla Chiesa in Cina sia consentito di aprirsi sempre più alla Chiesa universale. Preghiamo lo Spirito Santo di effondere i suoi doni sui fedeli cinesi e di guidarli verso la verità tutta intera (cfr. Gv. 16,13), affinché l’annuncio del Vangelo in Cina, pur fra numerose sofferenze, sia ricco di frutti”.
Alla fine dell’omelia il Santo Padre ha ricordato ancora che “al termine del secondo millennio, continua il cammino dei successori degli Apostoli in ogni angolo del continente asiatico, dove essi annunziano la stessa verità e lo fanno con lo stesso immutato ardore apostolico e missionario, ripetendo e testimoniando: ‘Gesù Cristo è il salvatore’”. In quanto successore di Pietro e testimone primo di una Chiesa apostolica e missionaria, durante i lavori del Sinodo, Giovanni Paolo II aveva espresso l’intenzione di visitare l’Asia e, con l’occasione, di comunicare il risultato ultimo dei lavori dell’assemblea, ovvero l’Esortazione apostolica post-sinodale. Questo desiderio ha aperto una consultazione tra i Padri sinodali sulla data dal viaggio ma, soprattutto - nell’impossibilità di conoscere ora i tempi di preparazione dell’Esortazione - sulle località che sarebbero più idonee ad ospitare una visita papale. La maggioranza dei Padri sinodali aveva chiesto al Pontefice di visitare tre paesi, indicando, in ordine di preferenza le seguenti tappe: Bombay, Manila, Hong Kong. Preferenze sono andate anche - in misura minore - a Gerusalemme, Pechino, Calcutta, Città di Ho Chi Minh, Tokyo, Baghdad. (Agenzia Fides 13/4/2005)


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