VATICANO - Leader religiosi e istituzioni contro la discriminazione dei malati di lebbra

sabato, 11 giugno 2016 sanità   discriminazione   diritti umani  

Aifo

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Sono quattro le raccomandazioni conclusive del Convegno Internazionale sulla Lebbra sul tema “Per una cura olistica delle persone affette dal Morbo di Hansen rispettosa della loro dignità”, che si è tenuto a Roma il 9 e 10 giugno, con 45 nazioni rappresentate e 42 relatori, organizzato dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, con la Fondazione Il Buon Samaritano e la Fondazione Nippon, in collaborazione con la Fondazione Raoul Follereau, il Sovrano Ordine di Malta e la Fondazione Sasakawa Memorial Health.
Queste le raccomandazioni espresse, secondo il testo inviato a Fides: i leader di tutte le religioni, nei loro insegnamenti, scritti e discorsi contribuiscano all'eliminazione della discriminazione contro le persone colpite dal morbo; gli Stati devono essere sollecitati a fare grandi sforzi per l'eliminazione della discriminazione contro le persone malate e i membri delle loro famiglie, elaborando specifici piani attuativi che coinvolgano le persone malate; occorre cambiare le politiche “familiari, lavorative, scolastiche, sportive e di ogni altro genere che discriminano direttamente o indirettamente” queste persone. Infine è fondamentale “implementare la ricerca scientifica per sviluppare nuovi farmaci” e ottenere “migliori strumenti diagnostici”. Per questo occorre “unire le forze tra tutte le Chiese, le comunità religiose” e tutte le maggiori istituzioni.
Durante i lavori del Convegno, il rev.do Dott. Arputham Arulsamy, Direttore Aggiunto della Catholic Health Association of India, ha rilevato che “molte suore in India si sacrificano per curare i malati”. “Nel 2011 il 58% dei nuovi casi mondiali di lebbra è stato registrato nel Paese – ha aggiunto –, ma per mancanza di fondi molte strutture hanno dovuto chiudere, i pazienti sono tornati nelle strade. Lo Stato non ha dedicato risorse adeguate al problema”.
“Ogni anno in Indonesia ci sono ancora quasi 20mila casi di persone affette dal Morbo di Hansen” ha affermato Vivian Velema-Andyka, Direttore Nazionale del Netherland Leprosy Relief che vanta il primo studio pilota al mondo di chemioprofilassi e ha elaborato una serie di progetti per infrangere “i muri dello stigma e dell'ignoranza presenti nella società”. “Il ruolo della Chiesa cattolica in Congo è fondamentale per la presa in carico delle persone affette dal Morbo di Hansen” ha rilevato suor Jeanne Cécile, medico e Coordinatore del Bureau Diocésain des Œuvres Médicales (BDOM) di Bunia, Ituri. “Già dal 1965 la Chiesa è stata protagonista nella costruzione di strutture adeguate alla cura dei malati, ma oggi nel Paese occorre una nuova sensibilizzazione della società per scoprire molti casi nascosti”, soprattutto in ambito rurale. (SL) (Agenzia Fides 11/06/2016)


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