VATICANO - LUCI ED OMBRE DELL’AMERICA NEL SINODO CONTINENTALE INDETTO DA GIOVANNI PAOLO II - L’Esortazione Apostolica “Ecclesia in America”

martedì, 12 aprile 2005

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - L’Esortazione Apostolica “Ecclesia in America” che Giovanni Paolo II ha affidato alla Vergine di Guadalupe e ai cristiani messicani e d’America, è ricca di indicazioni per la missione. Le circa 150 pagine che concludono l’Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per l’America, celebrata in Vaticano dal 16 novembre al 12 dicembre 1977, offrono infatti gli elementi perché le comunità cattoliche americane diventino missionarie verso il loro continente e il mondo intero. Vi è anzitutto la gratitudine per l’incontro con Cristo, la riconoscenza per la storia dell’evangelizzazione in America che in 500 anni ha reso i cattolici di questo continente quasi il 50% dei cattolici nel mondo: “Il dono più grande che l’America ha ricevuto dal Signore è la fede, che ne ha forgiato l’identità cristiana”
I frutti di questa prima evangelizzazione sono la presenza della Chiesa fra i molti popoli dell’America, compresi gli americani di origine africana e i cattolici di rito orientale. I secoli di fede sono penetrati nella cultura (e la Vergine di Guadalupe è il segno più vivo di “evangelizzazione perfettamente inculturata”: cfr. n.11); nelle istituzioni scolastiche ed universitarie; nella dedizione ai poveri e diseredati.
Ma l’America di oggi ha ancora bisogno della Chiesa per affrontare alcune sfide importanti quali il rispetto per i diritti civili e democratici; la globalizzazione del mercato e il debito estero; l’urbanizzazione, la corruzione, il commercio e uso di droga, l’ecologia.
Per affrontare queste sfide è necessario anzitutto affondare mente e cuore nella propria identità cristiana. Per questo i capp. III e IV sono dedicati agli elementi essenziali della fede: conversione, vita nello Spirito, penitenza e riconciliazione. E ancora: battesimo e comunione, il rapporto col Vescovo, dei Vescovi fra loro e con il Papa, una disamina dei protagonisti dell’evangelizzazione: persone consacrate, comunità parrocchiali, movimenti, laici (uomini,donne,giovani), dialogo con comunità delle altre religioni.
Giovanni Paolo II chiede anzitutto che vi sia tempo per la preghiera e spazio per vocazioni alla contemplazione, proprio per salvare l’impegno verso gli altri: “questa spiritualità non si contrappone alla dimensione sociale dell’impegno cristiano. Al contrario…”.
Ai sacerdoti chiede di dare più tempo “alla celebrazione del sacramento della Penitenza” per costruire comunità riconciliate in un mondo “segnato da divisioni ideologiche, etniche, economiche e culturali”.
Al cap. IV il Papa sottolinea quello che è stato il motivo fondamentale del Sinodo per l’America: questo continente è uno e Vescovi, comunità, istituzioni devono crescere nel lavoro e nella visione comuni. Egli domanda pure ai sacerdoti, tentati dalla managerialità, di essere padri delle comunità, aprendosi all’aiuto dei laici, ma soprattutto chiedendo ad essi un impegno nella società secolare.
L’identità cristiana viene riaffermata anche nell’impegno di solidarietà verso il mondo: i problemi economici, i peccati che “gridano al cielo” (droghe, guadagni illeciti, terrorismo, corsa agli armamenti, discriminazione razziale, diseguaglianze, distruzione della natura,), l’aiuto ai poveri, i diritti umani, hanno bisogno di una lettura cristiana che mostri la conversione personale come radice di ogni soluzione e che eviti posizioni unilaterali. Per questo Giovanni Paolo II chiede ai cattolici americani di diffondere anzitutto la dottrina sociale della Chiesa (n.54). L’amore ai poveri non deve essere esclusivo: occorre evangelizzare anche i ricchi, i dirigenti, le personalità politiche (cfr.nn.58 e 67) da cui dipendono tante scelte nella società. La cultura della vita deve essere difesa in tutti i suoi aspetti, denunciando il commercio delle droghe, gli armamenti, l’aborto, l’eutanasia, il debito estero, i pregiudizi etnici.
L’ultimo capitolo, il VI, è dedicato alla “missione della Chiesa in America”. In esso il Papa elenca i punti fondamentali per una “Nuova Evangelizzazione”. A una Chiesa e ad un mondo pressati da bisogni, ingiustizie, violenze, squilibri, egli chiede che “il nucleo vitale della Nuova Evangelizzazione deve essere l’annuncio chiaro e inequivocabile della persona di Gesù Cristo” .
Infine, il n.74 è tutto dedicato alla missione ad gentes. “Il programma di una nuova evangelizzazione nel Continente - dice il Papa - non può limitarsi a rivitalizzare la fede nei credenti abitudinari, ma deve cercare di annunciare Cristo negli ambienti nei quali è sconosciuto” e aggiunge: “oltre le frontiere continentali”, dove milioni di uomini e donne patiscono “la più grave delle povertà”, la mancanza di fede. Il Papa fa sue le proposte dei Padri sinodali “di sostenere la cooperazione fra chiese sorelle, di inviare missionari dentro e fuori il Continente; di rafforzare o creare Istituti missionari; di favorire la dimensione missionaria della vita consacrata e contemplativa…” E se è chiesto agli americani di annunciare Cristo sulla loro terra, fra gli indigeni e gli immigrati provenienti dall’Asia, c’è “un obbligo” nelle chiese d’America ad attuare iniziative “a livello internazionale”. (Agenzia Fides 12/4/2005)


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