ASIA/MONGOLIA - SUCCESSO E CONSENSI VERSO PRIMO RITIRO SPIRITUALE PER ADULTI ORGANIZZATO DALLA GIOVANE CHIESA IN MONGOLIA

lunedì, 7 aprile 2003

Ulaanbaatar (Agenzia Fides) – Non solo i giovani e i bambini vanno educati alla fede e accompagnati nel cammino di graduale conoscenza di Gesù e della Bibbia: anche gli adulti hanno bisogno di coltivare il proprio rapporto con Dio e la spiritualità. Consapevole di queste esigenze, la giovane chiesa di Mongolia, rifondata da poco più di un decennio, dopo la caduta del Muro di Berlino, ha organizzato un ritiro spirituale per adulti, che si è tenuto nel mese di marzo in una piccola eremo a Handgait, un posto in mezzo alle montagne, a 15 km a Sud della capitale Ulaanbaatar.
A condurre le riflessioni spirituali è stato p. Pierre Kaseumana, Missionario del Cuore Immacolato di Maria. Scopo dell’esperienza, ha detto, era quello di aumentare la conoscenza reciproca fra i partecipanti, permettere ai fedeli di condividere la loro fede e di renderli pronti per invitare nuovi amici ad avvicinarsi alla Chiesa.
Solo 8 sulle 58 persone che hanno frequentato il ritiro erano battezzati. Per la maggior parte erano persone che frequentano la Santa Messa, senza essere ancora battezzate: si tratta di parenti e amici di cattolici e altri fra coloro che hanno ricevuto aiuti materiali dalla Chiesa in Mongolia, molto impegnata nel versante sociale.
La Chiesa cattolica in Mongolia, con i suoi 136 battezzati ha gruppi di ragazzi e giovani. “Ora siamo giunti al tempo in cui molti giovani sono diventati adulti, e hanno formato un nuovo gruppo”, ha spiegato p. Pierre Kaseumana, sacerdote africano missionario in Mongolia.
Il ritiro è stato aperto da mons. Wecesalo Padilla, ach’egli dei Missionari del Cuore Immacolato di Maria, e Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar [La Prefettura Apostolica è una circoscrizione ecclesiastica che costituisce il primo passo nell’organizzazione della gerarchia in un determinato territorio, ndr]. Durante la Santa Messa mons. Padilla ha spigato con semplicità e chiarezza tutti gesti e i riti della Celebrazione Eucaristica, per meglio far comprendere all’uditorio il senso della liturgia.
Numerosi membri del gruppo hanno detto che, dati gli impegni di famiglia e di lavoro, non è facile trovare tempo libero per iniziative spirituali. P. Pierre ha ricordato che “è difficile per i mongoli confessare apertamente la propria fede cattolica in un paese dove la maggioranza della popolazione è atea o buddista. Spesso i cristiani si sentono emarginati in famiglia e, anche se la famigli li accetta, nella società sono visti con diffidenza, sicchè essi preferisono professare la loro fede nel segreto. E’ più facile invece che i bambini nella loro semplicità e spontaneità dicano apertamente di essere cristiani”.
“La Chiesa in Mongolia – ha spiegato p. Pierre all’agenzia Ucanews– deve rendere la sua presenza significativa per il paese intero, così i cattolici si sentiranno orgogliosi della loro fede. Sebbene i mongoli conoscano poco la fede cristiana e non sappiano distinguere fra le varie confessioni cristiane, in generale nutrono rispetto per la religione altrui”.(PA) (Agenzia Fides 7/4/2003 lines: 40 words: 494)


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