ASIA/SIRIA - Rapporto scientifico: non fu l'esercito siriano a usare le armi chimiche a Ghuta

sabato, 9 gennaio 2016 crimini di guerra  

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Damasco (Agenzia Fides) – Un rapporto ufficiale dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Organization for the Prohibition of Chemical Weapons, OPWC) ha confermato che le tracce di gas sarin usate nel conflitto siriano, e che provocarono la cosiddetta strage di Ghuta, non sono compatibili con la tipologia di armi chimiche che erano in possesso del governo siriano al momento in cui fu perpetrato quel massacro, attribuito da molte fonti occidentali agli apparati militari siriani e che allora venne considerato come motivo per giustificare un possibile intervento militare degli Usa contro il regime di Assad. Il rapporto scientifico diffuso dall'organizzazione, e fondato sulle analisi compiute sui corpi delle vittime degli attacchi chimici, accredita di fatto le affermazioni del governo siriano secondo cui i casi di uso di armi chimiche nella guerra civile erano da attribuire a qualcuna della fazioni – quasi tutte di marca islamista – che compongono il fronte delle milizie anti-Assad. I risultati del rapporto sono compatibili anche con le rivelazioni recenti di Ahmed al-Gheddafi al-Qahsi, cugino di Muammar Gheddafi, secondo cui le armi chimiche usate in Siria vennero prese in Libia dopo il crollo del regime di Gheddafi e fornite a gruppi anti-Assad dopo essere transitate per la Turchia.
Il 21 agosto 2013 l'attacco chimico compiuto a Ghuta, nei sobborghi sud-orientali di Damasco controllati dai ribelli, provocò un numero di vittime tra i civili che a seconda delle fonti varia dalle 281 alle 1729 persone.
Il 12 giugno, il vice-consigliere per la sicurezza nazionale Usa Benjamin Rhodes, in un comunicato, aveva confermato che secondo l'amministrazione Usa nella strage di Ghuta erano stati gli apparati siriani a fare uso di armi chimiche, oltrepassando la “linea rossa” in precedenza tracciata dal Presidente Barack Obama come limite oltre il quale sarebbe scattato un intervento militare a guida Usa contro il regime di Assad. In quelle settimane dell'estate 2013, continuarono a crescere i segnali di una imminente intervento occidentale contro la Siria. Per scongiurare tale devastante scenario, Papa Francesco inviò una lettera al Presidente russo Vladimir Putin alla vigilia della riunione del G20 (in programma a san Pietroburgo il 5 settembre) e poi invitò a digiunare e pregare per la pace il giorno 7 settembre 2013, ottenendo l'adesione di comunità e leader appartenenti a diverse religioni.
Già nel gennaio 2014, esperti del Massachusetts Institute of Technology (Mit), avevano smentito che l'attacco chimico di Ghuta fosse stato realizzato dall’esercito di Bashar al-Assad. (GV) (Agenzia Fides 9/1/2016)


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