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Temuco (Agenzia Fides) – "In Araucania c'è una situazione complessa. Da un lato esiste un debito storico con il popolo Mapuche. Dall'altro, atti di violenza aumentano e si difondono, con tutti i problemi che questo comporta", dice S. Ecc. Mons. Héctor Eduardo Vargas Bastidas, S.D.B., vescovo della diocesi di Temuco (Cile), intervenendo sullo storico conflitto che riguarda il popolo Mapuche.
Mons. Vargas afferma in una nota giunta a Fides: "Il governo regionale sta portando avanti un lavoro meritevole con il referendum presso le comunità mapuche. Questo è quello che mancava e di cui la società ha bisogno".
Mons. Vargas, parlando in vista del Natale, ha ricordato: "Le attività pastorali della diocesi di Temuco raggiungono un migliaio di comunità Mapuche. E questo lavoro significa anche valorizzare la dignità, la cultura e i diritti del popolo Mapuche, promuovendo istituzioni che migliorano la loro qualità di vita, come la formazione di micro-imprese e aumentando la produttività della loro terra".
Il vescovo ha apprezzato l'annuncio del governo, che entro la fine dell'anno, "intende consegnare al Congresso il progetto del Ministero degli Affari Indigeni e la creazione di un Consiglio dei Popoli" e ha aggiunto: "La Chiesa spera di poter dare un suo contributo in questa fase. Dobbiamo risolvere il problema della creazione di nuove comunità, vedere i termini di rappresentanza parlamentare dei popoli indigeni e studiare i criteri per la consegna dei terreni", ha concluso Mons. Vargas.
Nell'Araucanía Cilena, circa 700 km a sud della capitale, il cosiddetto “conflitto Mapuche” contrappone dagli anni 90 il più grande e importante gruppo etnico del paese agli agricoltori e agli imprenditori a causa della proprietà delle terre. I Mapuche infatti hanno sempre considerato queste terre come "patrimonio ancestrale". Nelle ultime settimane ci sono stati episodi di violenti scontri fra indigeni mapuche e membri di alcune comunità di agricoltori della zona.
(CE) (Agenzia Fides, 19/12/2015)
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