AMERICA/PORTO RICO - La popolazione soffre fame e miseria per un debito che non potrà mai pagare

venerdì, 4 dicembre 2015 economia   aree di crisi   povertà  
Mons. Thomas Wenski

Mons. Thomas Wenski

Miami (Agenzia Fides) – Porto Rico, stato libero associato degli Stati Uniti d’America, sta affrontando una tremenda crisi finanziaria con il suo debito che va oltre i 70 miliardi di dollari. A sottolinearlo è l'Arcivescovo di Miami (USA), Mons. Thomas Wenski.
In una recente lettera al Congresso, Mons. Wenski, nella sua veste di Presidente del Comitato per la giustizia Interna e lo sviluppo Umano della Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti, ha denunciato: "Il popolo di Portorico soffre la povertà più dolorosa e la fame, la disoccupazione persistente e altri problemi sociali, come conseguenza della crisi finanziaria che pesa sull’economia del paese". I portoricani "senza avere la responsabilità della situazione, soffrono tuttavia la maggior parte delle conseguenze".
Secondo la stampa locale, martedì scorso, 1 dicembre, il governatore Alejandro Garcia Padilla ha detto in Senato che la situazione finanziaria di Porto Rico segna "l'inizio di un processo molto lungo e caotico". Il paese è stato impantanato nella recessione economica per un decennio. Oltre il 45% della popolazione portoricana vive in povertà, secondo i dati del Census Bureau.
Nella sua lettera, l'Arcivescovo Wenski esorta il Congresso ad approvare una proposta di legge chiamata "Portorico Chapter 9 Uniformity Act", che darebbe al governo di Porto Rico le stesse protezioni riguardanti il fallimento che sono accordate alle città americane. Il comunicato dell'arcidiocesi di Miami sottolinea: "Dal momento che Porto Rico non è una nazione sovrana, né uno stato, non ha praticamente alcuna possibilità di ristrutturare il proprio debito e affrontare la crisi".
Mons. Wenski ha scritto: "Gli strumenti finanziari dovrebbero incoraggiare lo sviluppo, non la privazione. Tutti noi abbiamo una responsabilità comune per proteggere i nostri fratelli e sorelle poveri e vulnerabili in tutto il mondo".
(CE) (Agenzia Fides, 04/12/2015)


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