ASIA/GIAPPONE - Passa la nuova legge sugli interventi militari all’estero: la Chiesa dissente

sabato, 19 settembre 2015

Vescovi giapponesi

Tokyo (Agenzia Fides) – Con una mossa che segna una svolta importante nella politica estera e di difesa, il Parlamento giapponese ha approvato ieri una nuova legge in materia di sicurezza. Il provvedimento, promosso dal governo di Shinzo Abe, consente al paese di impiegare le proprie forze armate in missioni militari all'estero. Secondo gli osservatori, la legge servirà a rafforzare l'alleanza Giappone-Usa e, di fatto, segna un cambiamento epocale rispetto alla Costituzione varata dopo la Seconda Guerra Mondiale, che vietava espressamente l'uso delle forze armate nipponiche all’estero.
Grazie alla nuova legge, infatti, il Giappone potrebbe partecipare alle missioni Onu che prevedono l'intervento armato, fornire supporto logistico e militare agli Usa e ad altre “nazioni amiche”, così come partecipare alle operazioni antiterrorismo internazionali o intervenire direttamente in caso di una crisi militare con la Corea del Nord.
Nei mesi scorsi si sono registrate nel paese diverse manifestazioni popolari per protestare contro la nuova legge e difendere l'articolo 9 della Costituzione, che impone al Giappone di non mantenere un esercito di aggressione ma soltanto delle “forze di autodifesa”.
In questa fase i Vescovi giapponesi, in un comunicato firmato dalla Commissione episcopale “Giustizia e Pace”, pervenuto a Fides, hanno definito “assolutamente inaccettabile che un esecutivo decida di mettere in atto una reinterpretazione che va contro un principio fondamentale della Costituzione”, ricordando l’articolo 9 della Carta fondamentale e difendendo la “rinuncia alla guerra”, scelta fondamentale operata 70 anni fa. Grazie a questa scelta, ricordano i Presuli, “il Giappone non ha causato morti in guerra, sia tra giapponesi o stranieri, nel corso di questi anni, mentre la società internazionale ha subito incessanti conflitti armati”. (PA) (Agenzia Fides 19/9/2015)


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