ASIA/BANGLADESH - Il Vescovo di Rajshahi, che accoglie il Card. Filoni: “Comunità nel giubilo, durante il Giubileo”

giovedì, 10 settembre 2015

Rajshahi (Agenzia Fides) – “La nostra gente vive oggi nel giubilo, è un vero Giubileo quello che celebriamo. Ringraziamo il Signore per i doni che ha fatto alla nostra Chiesa, ringraziamo il Santo Padre per aver inviato fra noi il Cardinale Fernando Filoni”: è raggiante Sua Ecc. Mons. Gervas Rozario, mentre racconta all’Agenzia Fides come si vive a Rajshahi la celebrazione del 25° anniversario di fondazione della diocesi, dove è giunto il Prefetto della Congregazione di Propaganda Fide. L’accoglienza è stata calorosa: “C’è grande entusiasmo, preti, suore, laici hanno lavorato molto nelle varie commissioni per preparare l’evento, soprattutto per la messa giubilare che si terrà domani, 11 settembre. Siamo felici di avere tra noi il Card. Filoni e il Nunzio apostolico, Mons. George Kocherry”.
Oggi il Cardinale ha visitato a Rajshahi l’ospizio dei malati tenuto dalle Missionarie della Carità, un ricovero per disabili gestito dalle Suore del Cuore Immacolato di Maria, un Centro delle Suore di Nostra Signora dei Dolori, le suore di Maria bambina.
Raggiunto da Fides, il Vescovo spiega: “Nel Giubileo ricordiamo le origini della nostra giovane Chiesa: nel 1971, anno dell’indipendenza del Bangladesh, a Rajshahi non c’erano cattolici. Poi pian piano, grazie ai missionari e alle opere sociali, la presenza cattolica è cresciuta, sono nate le prime scuole, abbiamo avuto le prime conversioni. Ma, al di là delle cifre, ringraziamo Dio perché la catechesi, l’evangelizzazione, la carità si sono radicate nel territorio”.
Il lavoro pastorale oggi è incentrato sulla famiglia: “Quest’anno pastorale, il primo dopo il Giubileo, avrà come tema ‘Misericordia in famiglia’, luogo primario di testimonianza dell’amore”, spiega Mons. Rozario. Tra le priorità pastorali ci sono anche la formazione permanente del clero e l’evangelizzazione. “Questa – nota il Vescovo – va avanti tra le comunità tribali e procede di pari passo con l’opera di promozione e sviluppo umano: i nuovi battezzati, infatti, vengono da comunità poverissime, bisognose di aiuti materiali e spirituali, e la Chiesa si fa totalmente carico di queste persone, avviandole anche all’istruzione e alla formazione professionale”.
Mons. Rozario spiega che “evangelizzazione significa anche sviluppo integrale della persona” e contribuire “al bene comune e alla crescita della società intera”. Per questo la Chiesa, immersa in una nazione a maggioranza islamica, è attiva anche nel dialogo interreligioso, “costruendo buone relazioni e promuovendo un impegno comune su temi come quello della custodia del creato che, dopo l’enciclica Laudato si’, abbiamo ampiamente condiviso con i non cristiani”. (PA) (Agenzia Fides 10/9/2015)


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