Organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie dal 1927
Johannesburg (Agenzia Fides)-“ Benedict Daswa era un laico cattolico impegnato e un amorevole marito e padre di una grande famiglia; un insegnante appassionato e un catechista volontario, un membro attivo e caritatevole della comunità” afferma il messaggio firmato da Mons. Stephen Brislin, Arcivescovo di Città del Capo e Presidente della SACBC (la Conferenza Episcopale che riunisce i Vescovi di Botswana, Sudafrica e Swaziland), per la beatificazione di Benedict Daswa, il primo martire sudafricano riconosciuto dalla Chiesa.
Benedict Daswa, si sottolinea nel messaggio “ha preso seriamente la chiamata alla santità che tutti noi abbiamo ricevuto nel battesimo. Sarà un modello e un potente intercessore per tutti i cattolici della nostra regione e in particolare per gli uomini giovani, mariti e padri”.
Mons. Brislin ricorda le motivazioni che hanno portato al martirio del giovane cattolico sudafricano: “il grande coraggio morale e la sua passione per la verità portarono Benedict ad opporsi apertamente e pubblicamente alle credenze e alle pratiche della stregoneria. Questa coraggiosa testimonianza di fede lo condusse al martirio. Consapevole della paura instillata dalla pratica di identificare le streghe, dal male che essa causa alle relazioni sociali e alle conseguenti uccisioni di persone innocenti, era pronto ad opporsi a queste pratiche che persistono tuttora, per amore di Cristo e a costo della vita”.
Il 2 febbraio 1990, pochi giorni dopo essersi rifiutato di pagare un’offerta per un rito per cacciare alcune“streghe”, Benedict Samuel Tshimangadzo Daswa (questo è il suo nome completo) era stato aggredito e colpito a morte con sassi e bastoni e il suo corpo cosparso di acqua bollente.
La cerimonia di beatificazione alla presenza del rappresentante di Papa Francesco, Sua Eminenza il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, si terrà il 13 settembre presso il Santuario Benedict Daswa, a Tshitanini nella Provincia di Limpopo. (L.M.) (Agenzia Fides 25/8/2015)
