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Pujehun (Agenzia Fides) – L’organizzazione umanitaria “Medici con l’Africa-Cuamm” continua a mantenere viva l’attenzione sulla Sierra Leone e sulla diffusione del virus ebola, anche se la fase più critica sembra ormai superata. Le 3 aree ancora colpite sono Port Loko, Western Area, Kambia (vedi Agenzia Fides 4/7/2015). La scorsa settimana ci sono stati altri 3 casi confermati e 1 sospetto in Liberia. Di conseguenza anche nel distretto di Pujehun, situato nella Provincia del Sud della Sierra Leone, dove il Cuamm ha il suo ospedale, la guardia non è stata abbassata.
Nell’ultimo periodo infatti sono stati registrati una media di 3-4 casi sospetti alla settimana, poi non confermati. A conferma della notizia una nota diffusa da don Dante Carraro, Presidente del Cuamm. Secondo la responsabile del Settore progetti in Sierra Leone, la malattia si è adattata alla popolazione e, ogni tanto, emergono sporadicamente 1-2 casi. Tra la popolazione c’è comunque voglia di tornare alla normalità. A Pujehun il numero di parti è aumentato come pure il numero di emergenze ostetriche assistite. I bambini che muoiono per le solite cause principali (malaria, diarrea, infezioni respiratorie) rimane molto alto, si parla di circa 2 mila all’anno nel distretto. Anche la percentuale dei malnutriti è tra le più alte del Paese.
In Sierra Leone ci sono 113 medici e 12 sono morti di Ebola. In questa fase, detta “post ebola”, al Cuamm viene chiesto di supportare gli ospedali, le strutture sanitarie periferiche per riferire correttamente i casi e per gestire le emergenze di base. Anche l’ospedale di Lunsar, nel nord del paese, il secondo aperto dal Cuamm, sta progressivamente riprendendo la sua capacità di diagnosi e cura, rispondendo in particolare alle emergenze ostetriche e chirurgiche. Le potenzialità della struttura sono molte ma c’è ancora tanto lavoro da fare per avvicinare le donne. (AP) (22/7/2015 Agenzia Fides)
