AMERICA/ECUADOR - “Anche noi vogliamo essere missionari” dice la rappresentante indigena al Papa

mercoledì, 8 luglio 2015

Quito (Agenzia Fides) – “Papa Francesco, il popolo Montubio vuole rispondere alla chiamata per la nuova evangelizzazione, per essere Chiesa in uscita. Dalla nostra esperienza di lavoro nella campagna, a contatto con la natura, contemplando la bellezza del creato, guidati dalle parole dei nostri Pastori e sostenuti dai sacramenti della Chiesa, anche noi vogliamo essere missionari!". Così si è espressa Imelda Caicedo Vega, la rappresentante del popolo Montubio, uno dei gruppi etnici dell’Ecuador, nell’incontro con il Papa. Ieri, a Quito, il Santo Padre ha incontrato infatti gli esponenti della società civile dell’Ecuador, radunati nella chiesa di San Francisco, la costruzione cattolica più antica di tutta l’America Latina (vedi Fides 7/07/2015).
Prima del suo intervento, secondo la nota inviata a Fides da una fonte locale, il Papa ha ascoltato alcune testimonianze, tra cui appunto quella di Imelda, 85 anni, catechista da 60 anni, della Provincia de Los Ríos, appartenente al popolo Montubio.
“Apriamo le porte delle nostre case per far entrare la luce di Cristo e illuminare la nostra situazione familiare – ha detto Imelda al Papa -, spesso segnata da violenza, povertà, maschilismo, mancanza di risorse per l'istruzione, sfruttamento del lavoro e poca conoscenza della fede. Per molti anni, quando non avevamo i sacerdoti, la fede cattolica si è mantenuta nei nostri villaggi, grazie alla devozione alla Vergine Maria, ecco perché diciamo che è la grande missionaria del popolo Montubio".
Quindi ha proseguito: "Vogliamo prendere parte attiva alla vita della Chiesa e della società. Siamo convinti che un buon cristiano deve essere protagonista di grandi cambiamenti, perché le trasformazioni sociali diventeranno realtà se tutti noi assumiamo le nostre responsabilità e siamo guidati dai criteri di Cristo. Solo allora sapremo affrontare chi vuole manipolarci e utilizzare i poveri per realizzare progetti e ideologie perverse che vanno contro la vita e la famiglia, che distruggono l'uomo e lacerano la sua dignità. Santo Padre, Lei può contare sulla vicinanza e sulle preghiere del nostro popolo".
(CE) (Agenzia Fides, 08/07/2015)


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