AFRICA/NIGERIA - “Boko Haram vuole punire i musulmani che si ribellano alla loro violenza” dice un sacerdote da Abuja

venerdì, 3 luglio 2015

Abuja (Agenzia Fides) - “Questi terribili attentati contro la comunità musulmana sono segnali di debolezza e non di forza” dice all’Agenzia Fides p. Patrick Tor Alumuku, Direttore delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Abuja, capitale della Nigeria, dove in due violenti attacchi di Boko Haram nel nord est sono morte 145 persone di fede musulmana. L’attacco più feroce è avvenuto nel villaggio di Kukawa, vicino al lago Ciad. Secondo quanto riportano i testimoni, una cinquantina di uomini hanno aperto il fuoco sui fedeli riuniti in preghiera in una moschea del villaggio, in pieno Ramadam. Sono 97 i morti, tra cui donne e bambini.
“Il nuovo Presidente, Muhammadu Buhari, un musulmano fervente, è deciso a sconfiggere Boko Haram. Buhari appare maggiormente deciso del Presidente precedente, che era un cristiano, nel combattere Boko Haram” sottolinea p. Patrick. “I provvedimenti adottati dal Capo dello Stato hanno messo in serie difficoltà la setta islamista. Per esempio il trasferimento del comando delle operazioni militari contro Boko Haram dalla capitale federale, Abuja, a Maiduguri, capitale dello Stato di Borno, il feudo della setta, è visto da Boko Haram come una sfida non accettabile”.
“Tutto questo - prosegue il sacerdote - sta mettendo in difficoltà Boko Haram, tanto più che nella comunità musulmana si stanno levando diverse voci che denunciano le atrocità commesse dagli islamisti”.
“Di fronte alla ribellione delle comunità musulmane, Boko Haram ha deciso di punirle, perché nella loro ideologia o sei con loro o sei contro di loro. Ma questo alla fine è un segnale di debolezza e non di forza” conclude p. Patrick. (L.M.) (Agenzia Fides 3/7/2015)


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