EUROPA/ITALIA - Non subentri l’abitudine e l’indifferenza davanti alla continua persecuzione dei cristiani nel mondo

martedì, 19 maggio 2015

Roma (Agenzia Fides) – Un secolo fa, in Anatolia, si è consumato “il primo genocidio del ventesimo secolo” secondo l’espressione usata da Papa Francesco, ha ricordato questa mattina il Card. Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), nella sua prolusione alla 68.ma Assemblea generale. “Il ricordo del popolo armeno – ha proseguito - va ad aggiungersi alla continua persecuzione dei cristiani in diverse parti del mondo: non accada che subentri l’abitudine e quindi l’indifferenza davanti al persistere di tanta brutalità omicida, travestita di religione. Spegnere i riflettori e stare in silenzio, lasciando che la carneficina continui, sarebbe diventarne conniventi, colpevoli di fronte al tribunale di Dio e della storia. Sarebbe l’ennesima prova della cattiva coscienza dei potenti. Le nostre Chiese si uniranno in una grande preghiera sabato prossimo, 23 maggio, vigilia di Pentecoste: nel vincolo delle anime ci troveremo uniti e inchinati davanti al martiro di tanti fratelli e sorelle di fede”.
Quindi il Presidente della Cei ha sottolineato che “le soluzioni non sono semplici, ma pensiamo che la diplomazia possa fare molto di più, se le Cancellerie lo permetteranno: ‘isolare’ dovrebbe essere la parola d’ordine. In primo luogo isolare il fanatismo omicida dell’Isis e similari sul piano dell’opinione pubblica mondiale con una reiterata condanna: nessuno giustifichi con le parole o con il silenzio! In secondo luogo, troncare ogni rapporto economico o geopolitico pubblico e, soprattutto, segreto: nessuno commerci con la vita umana! Se i Governi del mondo non avranno questa volontà e non decideranno di conseguenza, la diplomazia avrà sempre poco respiro”. (SL) (Agenzia Fides 19/5/2015)


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