AMERICA/BRASILE - “Uccidono per intimidire”: ancora un leader indigeno ucciso, la denuncia del CIMI

mercoledì, 29 aprile 2015

Maranhao (Agenzia Fides) – L'agente di sicurezza Eusebio, della comunità indigena dei Ka'apor, 42 anni, del villaggio Xiborendá, nella terra indigena Alto Turiaçu nel Maranhão (Brasile), è stato ucciso domenica 26 aprile con un colpo di fucile alla schiena. Stava tornando dal villaggio Jumu'e Ha Renda Keruhu, viaggiando sul retro di una motocicletta guidata da un altro indigeno, quando, verso le 18.30, due uomini incappucciati hanno chiesto loro di fermarsi e quindi hanno colpito Eusébio uccidendolo.
Secondo la nota inviata a Fides dal CIMI (Consiglio Indigenista Missionario), per alcuni testimoni indigeni, i responsabili del delitto sono i taglialegna del comune di Centro do Guilherme, in seguito ai controlli e alla sorveglianza del territorio avviati nel 2013 dalla comunità indigena Ka'apor, che si concludono quest'anno. Eusebio era una persona molto impegnata ed importante nella lotta contro il disboscamento illegale nella zona e membro del Consiglio dei Ka'apor.
Il figlio di Eusebio, dopo aver lasciato il corpo del padre nella città di Zé Doca, è tornato al suo villaggio, dove è stato avvicinato da un taglialegna il quale lo ha avvertito che altri indigeni e sostenitori dei Ka'apor potrebbero essere uccisi.
La violenza contro gli indigeni si è intensificata negli ultimi mesi, dopo la chiusura dell'ultimo periodo in cui era consentito tagliare gli alberi, in zone e quantità stabilite. "Abbiamo chiuso parte della zona e controlliamo gli ingressi di otto villaggi, per prevenire il ritorno dei taglialegna. Ma da quel momento ci sono stati furti di moto e aggressioni, commessi sempre da due o tre persone incappucciate e con fucili da caccia" dice un leader dei Ka'apor. "Le minacce di morte sono costanti da molto tempo. Ora uccidono per intimidire ... Noi non sappiamo cosa fare, perché non abbiamo nessuna protezione. Lo stato non fa nulla".
Madalena Borges, del Consiglio Indigenista Missionario (CIMI) della regione di Maranhão, segnala l'assenza e le omissioni del potere pubblico, che ignora le ripetute lamentele per i crimini ambientali commessi dagli invasori del territorio indigeno. (CE) (Agenzia Fides, 29/04/2015)


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