ASIA/FILIPPINE - No alla “guerra totale” a Mindanao, unità contro “l’ideologia della violenza”

lunedì, 9 febbraio 2015

Zamboanga (Agenzia Fides) – “Per combattere la violenza e la guerra occorre usare metodi diversi. Mi rivolgo soprattutto ai leader religiosi, cristiani e musulmani. Abbiamo una grande responsabilità. Suggerisco ai leader musulmani di essere più attivi nel promuovere il concetto di misericordia e compassione, il messaggio centrale dell'Islam; e ai cristiani di richiamare il messaggio centrale del Vangelo che è l’amore”: è quanto afferma in una nota inviata a Fides il missionario PIME p. Sebastiano D’Ambra, fondatore del Movimento per il dialogo “Silsilah”, sull’isola di Mindanao, nel Sud delle Filippine.
“Alcuni leader – racconta – stanno dando spazio a interessi politici e non hanno una visione a lungo termine del bene comune che spesso richiede una riflessione più approfondita. Cosa succederà se ci sarà di nuovo ‘guerra totale’ a Mindanao?” nota padre D’Ambra. Il missionario chiede una riflessione agli amici della comunità islamica, citando il gruppo terrorista IS (Stato Islamico) attivo in Iraq, e Abu Sayyaf, attivo a livello locale. “Perché giovani musulmani si uniscono a questi gruppi?” chiede, dando come risposta: “Le ideologie sbagliate sono le principali ragioni: è una violenza giustificata da ideologie religiose”.
“In questa situazione allarmante che si riflette anche a Mindanao – afferma il missionario – siamo invitati a fare un esame di coscienza. Come prete cristiano voglio chiedere perdono per gli appelli alla ‘guerra totale’ a Mindanao, spesso provenienti da settori cristiani e dai politici. Chiedo anche ai miei amici musulmani di agire con determinazione per consigliare a tutti i fedeli di vivere serenamente in un mondo multiculturale e multireligioso”. P.D’Ambra invita i leader islamici a “essere coraggiosi nel riconciliare le differenze all'interno dei gruppi musulmani, al fine di ottenere maggiore autorità morale per dire che la violenza non è il modo giusto per raggiungere la pace”.
Il missionario racconta che attualmente a Mindanao i cristiani stanno lasciando i luoghi più popolati dai musulmani, per paura, mentre molti musulmani sono ingiustamente sospettati di "terrorismo" nelle città popolate da una maggioranza di cristiani. (PA) (Agenzia Fides 9/2/2015)


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