AFRICA/LIBIA - Assalto a Tripoli: l’ombra dello Stato Islamico sulle sponde del Mediterraneo

mercoledì, 28 gennaio 2015

Tripoli (Agenzia Fides) - Sono almeno 10 i morti nell’assalto all’Hotel Corinthia a Tripoli, commesso da due (o forse tre, secondo alcune fonti) uomini armati, ieri, 27 gennaio.
Dopo aver fatto esplodere una autobomba nel parcheggio dell’Hotel, frequentato da diplomatici e uomini d’affari stranieri, il commando è entrato nell’albergo uccidendo le guardie della struttura e colpendo alcuni cittadini stranieri. Dopo essere stati circondati dalle forze dell’ordine, almeno due assalitori si sono uccisi, facendo esplodere un ordigno.
L’assalto è stato rivendicato da un gruppo che si dice affiliato allo “Stato Islamico”, attivo tra Siria e Iraq, lo “Stato Islamico nella Provincia di Tripoli”. In un comunicato, il gruppo afferma che l’assalto è stato lanciato per vendicare la morte di Abu Anas al-Libi, un libico accusato dalla autorità americane di aver partecipato agli attentati del 1998 contro le ambasciate statunitensi in Kenya e Tanzania. Al-Libi, che era stato catturato in Libia nell’ottobre 2013 con un blitz delle forze speciali statunitensi, è morto di cancro a gennaio in un carcere americano mentre era in attesa del processo.
Omar Khadrawi, capo del Central Security Directorate (il servizio di sicurezza fedele al governo insediato a Tripoli), ha invece accusato un gruppo rimasto fedele al deposto leader Gheddafi di essere responsabile dell’assalto al Corinthia, negando la presenza a Tripoli di gruppi fedeli allo Stato Islamico. Secondo la stampa libica al momento dell’attacco era presente nell’hotel il Primo Ministro del governo di Tripoli, Omar Al-Hassi, che è rimasto illeso. In Libia ci sono due governi (appoggiati da due diversi Parlamenti) che si disputano il potere: quello di Tripoli e quello di Tobruk (nell’est del Paese). L’Onu ha avviato una trattativa per formare un governo di unità nazionale (vedi Fides 10/1/2015). (L.M.) (Agenzia Fides 28/1/2015)


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