AMERICA/MESSICO - La chiusura delle miniere è un problema di tutti, afferma il Vescovo di Zacatecas

lunedì, 19 gennaio 2015

Zacatecas (Agenzia Fides) – La situazione sociale nella regione di Zacatecas, secondo i dati raccolti da Fides, è molto tesa per il licenziamento di circa 400 lavoratori nelle miniere di una grande società canadese a Peñasquito. Secondo un rapporto ufficiale dell'impresa, la misura drastica è considerata “temporanea” a causa della mancanza di risorse e finanziamenti. La società in questione conta circa 1.300 lavoratori, quindi 400 licenziamenti sono un numero consistente.
A Mazapil, dove lavorano più di 3 mila operai, tutte le strade sono state bloccate per le manifestazioni che chiedono il mantenimento delle promesse di scuole e ospedali, fatte dai proprietari delle miniere, che ancora non sono state realizzate.
Parlando del conflitto delle miniere di Peñasquito e Mazapil, il Vescovo della diocesi di Zacatecas, Sua Ecc. Mons. Sigifredo Noriega Barceló, ha sottolineato che ci sono situazioni in cui siamo tutti coinvolti. "In questo consiste il saper governare: coinvolgere tutti, anche quando esiste un conflitto, si devono cercare i modi per risolvere insieme, adeguatamente, i problemi" ha detto ieri nell'omelia della Messa domenicale.
Il Vescovo ha spiegato che ci possono essere diverse posizioni e punti di vista, anche su questioni come l'ecologia, il concetto stesso di sviluppo, il modo in cui si fanno i contratti e gli accordi; "soprattutto in tempo di elezioni, questi sono conflitti di rilevante valore sociale, quindi si coglie ogni circostanza per chiedere giustizia, il compimento della legge, ma anche il bene comune".
Mons. Noriega ha ricordato la particolare situazione dei migranti e delle persone che lavorano nelle miniere, tutti con una vita molto breve, e poi, nella regione desertica di Zacatecas, è ancora peggio per le tante difficoltà che trovano. "Tuttavia la Chiesa cattolica ha 3 parrocchie e 5 sacerdoti impegnati nella zona" ha evidenziato. Poi ha ribadito: "Dobbiamo essere realisti, si tratta di una regione molto desertica ed è difficile la sopravvivenza, ma le cose cambiano. Adesso s'impone l'intelligenza dei lavoratori e serve il supporto delle autorità per vedere e preparare un futuro diverso. Ecco perché dobbiamo essere solidali, riconoscere che è una situazione che coinvolge tutti, lavoratori, impresa, governo, tutti noi, con giustizia e solidarietà". (CE) (Agenzia Fides, 19/01/2015)


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