AFRICA/SIERRA LEONE - Stigma e discriminazione, l’ebola pregiudica anche le pratiche religiose

martedì, 30 dicembre 2014

Makeni (Agenzia Fides) – L’impatto dell’ebola avrà una lunga durata in Sierra Leone. La popolazione totale è di sole 63.48,350 persone. Al 19 dicembre il numero complessivo di casi registrati erano 8880 tra sospetti, probabili e confermati. Secondo quanto riferito all’Agenzia Fides dalla Camillian Task Force impegnata nel Paese, le morti collegate al virus sono 2529 sempre tra casi sospetti, probabili e confermati. 1326 casi confermati sono stati curati e molta gente è riuscita a sopravvivere. Il virus continua a portare conseguenze in tanti settori, anche nelle pratiche religiose. In chiesa, ad esempio, sono autorizzate a sedersi solo tre persone per ogni panchina. O ancora entrando in chiesa, invece dell’acqua santa ci si deve lavare le mani con la clorina. Dopo la funzione religiosa alle persone viene controllata la temperatura con gli infrarossi. Non si fa lo scambio della pace per evitare di stringere le mani degli altri. Non vengono celebrati nè battesimi, unzione degli infermi, matrimoni. Quest’anno non c’è stata la veglia di Natale e nella maggior parte delle parrocchie si è celebrata un’unica messa. Tra le altre conseguenze dell’ebola ci sono tanti bambini orfani oltre a tanti sopravvissuti che vengono discriminati nonostante non possano trasmettere il virus in quanto immunizzati. Stigma e discriminazione anche per quelli che seppelliscono i morti di ebola perché in contatto diretto con i portatori. Inoltre, risulta un aumento nelle gravidanze precoci forse a causa della vita stagnante e della chiusura di scuole e università. (AP) (30/12/2014 Agenzia Fides)


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