ASIA/MYANMAR - Messaggio dei Vescovi per il Giubileo: “Una nuova stagione di speranza”

lunedì, 24 novembre 2014

Yangon (Agenzia Fides) – Una “Chiesa arcobaleno”, che riunisce etnie e culture diverse in “una nuova Pentecoste”: è l’immagine usata da Sua Ecc. Mons. Charles Bo, SDB, Arcivescovo di Yangon, nel descrivere la Chiesa birmana che festeggia il suo Giubileo, apertosi il 22 novembre, ricordando i 500 anni dalla prima evangelizzazione del paese. Nel messaggio diffuso dal Presidente dell’Episcopato birmano e inviato all’Agenzia Fides, l’Arcivescovo ricorda che la Chiesa birmana vive il Giubileo come descritto nella Bibbia: “Un tempo di grazia, di restituzione, di ringraziamento, di trionfo della libertà dei figli di Dio”. “L’Anno giubilare è anche un tempo di riposo” ricorda il testo. “Riposo da ogni oppressione, dalle guerre, riposo dalla povertà e dalla sofferenza. Questo è un anno di grazia non solo per i cristiani, ma per tutti i fratelli e le sorelle del Myanmar” nota l’Arcivescovo.
“In questo Anno giubilare ci riuniamo per cercare la giustizia, la pace e la prosperità” è l’appello lanciato dalla Chiesa birmana. “Per chiedere libertà dall’odio e da ogni tipo di oppressione. L’Anno giubilare apre una stagione di speranza, che sarà inondata delle benedizioni di Dio”.
Ricordando che il cammino della Chiesa locale è iniziato grazie “a un granello di fede gettato da San Francesco Saverio”, il messaggio fa memoria della storia della piccola comunità cristiana in Birmania, alimentata dall’opera dei missionari domenicani, gesuiti, francescani, e poi da altri ordini come Oblati della Vergine Maria (OMV), MEP, Barnabiti, PIME, La Salette. I cristiani hanno conservato la luce della fede anche “resistendo a secoli di oppressione” nota.
Il messaggio indica poi il cammino per la Chiesa nel futuro: se la comunità si manterrà salda nella fede – come i primi cristiani – continuando a impegnarsi nell’istruzione e nella cura dei deboli, potrà essere un riferimento per “promuovere la pace, la riconciliazione e la giustizia”, e potrà vivere una stagione di “nuova evangelizzazione”, affidata soprattutto ai laici. L’impegno missionario è una risposta anche “ai sacrifici dei missionari giunti qui”, rimarca il testo, scegliendo l’approccio e lo spirito del Buon Pastore “nel raggiungere coloro che sono al di fuori delle strutture parrocchiali” e non hanno ricevuto l’annuncio di salvezza del Vangelo.
L'evangelizzazione della Birmania, oggi Myanmar, è iniziata nei primi anni del XVI secolo. Dopo l’ingresso nel paese, la presenza di sacerdoti domenicani, francescani e gesuiti ha consentito di dare vita alle prime comunità cristiane, pian piano consolidatesi. Oggi la Chiesa in Mynamar è formata da 16 diocesi e conta circa 750mila fedeli, pari a circa l’1,3% della popolazione. (PA) (Agenzia Fides 24/11/2014)


Condividi: