ASIA/PAKISTAN - Il cristiano Sawan Masih, nel braccio della morte per blasfemia, prega e resta fiducioso

martedì, 4 novembre 2014

Lahore (Agenzia Fides) – Sawan Masih, cristiano condannato a morte ingiustamente per blasfemia, che dall’aprile del 2014 è nel braccio della morte nel carcere di Faisalabad, resta fiducioso sulla sua liberazione e sulla sua salvezza: lo dice, in una nota inviata all’Agenzia Fides, il cristiano Joseph Francis, leader dell’Ong CLAAS (Centre for Legal Aid Assistance & Settlement) che segue e assiste casi di cristiani discriminati e perseguitati in Pakistan. Francis ha incontrato Masih nel carcere: l’uomo ha ribadito la sua innocenza, si è detto molto deluso per il corso seguito finora dalla giustizia e ha espresso preoccupazione per sua moglie e per i suoi figli.
“Purtroppo gli estremisti stanno diventando molto potenti, talvolta anche tribunali e polizia sembrano impotenti, come recentemente è accaduto nel caso di Asia Bibi”, ha commentato a Fides Joseph Francis.
Masih trascorre la maggior parte del suo tempo a pregare: prega ogni mattina per i suoi avvocati e per tutte le vittime della blasfemia. Come riferisce Francis, “Masih ricorda anche i giudici nella sua preghiera quotidiana, perché Dio infonda in loro coraggio, e possano applicare la vera giustizia nelle loro decisioni”. L’uomo ha comunque espresso piena fiducia, “giustizia sarà fatta e lui potrà riabbracciare la sua famiglia”.
“Sono grato a coloro che stanno pregando per me e per la mia famiglia e chiedo a tutti di continuare a pregare per me. Dio mi conosce, sa che io sono innocente e mi darà la libertà” ha detto Masih.
Sawan Masih è stato accusato di blasfemia nel marzo 2013. In seguito al suo caso, oltre 178 case del quartiere cristiano Joseph Colony a Lahore furono bruciate da una folla di musulmani. Nella primavera scorsa è giunta la condanna a morte per blasfemia (vedi Fides 4/4/2014), mentre nessun musulmano è stato ancora punito per la devastazione. (PA) (Agenzia Fides 4/11/2014)


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