ASIA/INDONESIA - La Chiesa appoggia la campagna contro lo sfruttamento minerario a Flores

venerdì, 24 ottobre 2014

Flores (Agenzia Fides) – Migliaia di sacerdoti, religiosi, laici di tutte le parrocchie, studenti di scuole secondarie e università dell'isola di Flores, la roccaforte cattolica dell’Indonesia, si sono radunati per contestare i progetti di estrazione mineraria sull’isola. La campagna di sensibilizzazione contro lo sfruttamento minerario a Flores, che avrebbe seri danni sull’ambiente, va avanti da mesi e ha trovato un momento di forte visibilità il 13 ottobre.
Come riferisce il servizio di informazione della Conferenza episcopale dell’Indonesia, consultato da Fides, la diocesi locale di Ruteng ha ribadito ufficialmente la sua posizione contraria a progetti di estrazione mineraria. La diocesi comprende un territorio dove risiedono oltre 700mila fedeli cattolici, che costituiscono il 93% della popolazione totale. “La diocesi di Ruteng valuta che l’avvio di miniere per l’estrazione di manganese, oro e ferro provocherebbe seri danni ecologici e metterebbe in pericolo la vita delle persone a Flores. Lo sfruttamento minerario causerà un processo sistematico e massiccio di impoverimento della popolazione indigena”, con la possibile conseguenza di “scatenare il conflitto sociale, alterare le leggi tribali e statali”. Inoltre indurrà prevedibilmente, “le compagnie d’affari a ingaggiare squadre di sicurezza per intimidire i residenti”, recita un documento pubblicato nel 2014 dopo il Sinodo della diocesi di Ruteng. Tali dinamiche sono note e si registrano nella vicina isola filippina di Mindanao.
La manifestazione del 13 ottobre è stata organizzata dalla Commissione “Giustizia e pace” della diocesi di Ruteng ed è stata del tutto pacifica, con canti spirituali e recita di Rosari. Il Vescovo di Ruteng, Sua Ecc. Mons. Hubertus Leteng, ha rimarcato “il dovere di tutelare l’integrità del creato”. I manifestanti hanno chiesto al governo locale di bloccare i progetti e i permessi di estrazione mineraria. Domandano inoltre ai legislatori di promulgare un regolamento chiaro, per non lasciare alle compagnie straniere la gestione arbitraria dell’ambiente e della vita dell’isola. (PCP-PA) (Agenzia Fides 24/10/2014)


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