AFRICA/SIERRA LEONE - Un campo di manioca trasformato in un centro per il trattamento dell’ebola

lunedì, 20 ottobre 2014

Bo (Agenzia Fides) - Poche settimane fa era un campo di manioca, oggi è una città composta da quattro enormi tendoni circondati da tende più piccole e costruzioni di mattoni, separate da recinzioni arancioni e costellate di sedie viola. È l’ultimo dei centri che l’ong Medici Senza Frontiere (MSF) ha allestito per il trattamento dell’ebola non lontano da Bo, la seconda città della Sierra Leone. Costruito in sole cinque settimane da squadre di operai al lavoro 24 ore al giorno, il centro ha aperto il 19 settembre e, mentre i lavori continuano, il primo reparto di 34 posti letto è già pieno. I primi pazienti sono stati portati in ambulanza da un centro di transito non lontano, allestito da MSF quando la malattia è arrivata nel distretto di Bo. Al momento ne sono stati dimessi 16. Ogni volta che qualcuno guarisce e può essere dimesso dà una grande carica emotiva a tutti gli altri pazienti e ai 280 operatori che lavorano.
La maggior parte degli operatori, 260, proviene dalla Sierra Leone. Molti di loro hanno lavorato presso l’ospedale materno infantile della ong situato nelle vicinanze. Altri vengono da località diverse, ma tutti condividono lo stesso entusiasmo nella lotta contro la malattia. Tra gli operatori locali ci sono nove donne impegnate a cucinare il pranzo ai pazienti in una cucina da poco piastrellata, un insegnante di filosofia che compila il registro quotidiano nella tenda adibita a magazzino e un ex parroco che ora lavora come consulente per la salute mentale. La nuova struttura, spaziosa e ben organizzata, è fornita di pavimenti in cemento liscio piuttosto che di ghiaia, e tende pesanti per resistere ai sette mesi di stagione delle piogge nel Paese. (AP) (20/10/2014 Agenzia Fides)


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