ASIA/INDIA - L’Alta Corte: è lecito dichiarare di non appartenere ad alcuna religione

lunedì, 29 settembre 2014

Bombay (Agenzia Fides) – L’Alta Corte di Bombay ha stabilito che il governo non può “costringere una persona a dichiarare la sua religione in qualsiasi documento pubblico o altra modalità”: la sentenza ribadisce il carattere laico della democrazia indiana e mette fine a una controversia che si registra anche in altri stati asiatici (come l’Indonesia, dove è obbligatorio dichiarare la propria religione sulla carta di identità).
La Corte di Bombay ha emesso un verdetto dopo il ricorso presentato da tre cittadini, Ranjit Mohite, Kishore Nazare e Subhash Ranware, che si erano visti rifiutare la domanda in una pratica amministrativa nello stato di Maharashtra in quanto alla voce “religione” avevano scritto “nessuna”. Il tribunale ha stabilito che ogni cittadino in India ha il diritto costituzionalmente sancito di affermare che non aderisce ad alcuna religione. Facendo riferimento all'articolo 25 della Costituzione, che garantisce il diritto alla libertà di coscienza, la Corte ha ritenuto che tale diritto includa quello di dichiararsi apertamente “non appartenenti” o “non praticanti”. E nessuna autorità dello stato può violare il diritto di una persona garantito dall'articolo 25, che tutela la libertà di coscienza.
Come riferito a Fides, i tre firmatari del ricorso appartengono a una organizzazione denominata “Full Gospel Church of God”, che conta 4.000 membri. Anche se il nome di questa organizzazione suggerisce che possa trattarsi di un gruppo cristiano, l'organizzazione dichiara di “credere in Gesù Cristo ma di non credere nella religione cristiana”, e di non volersi far identificare come seguaci di alcuna religione. (PA) (Agenzia Fides 29/9/2014)


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