AFRICA/SUD SUDAN - In pochi mesi 6 ospedali saccheggiati o bruciati, almeno 58 persone uccise al loro interno

giovedì, 3 luglio 2014

Juba (Agenzia Fides) - La violenza negli ospedali e la distruzione delle strutture sanitarie impediscono l’assistenza medica a molte delle persone più vulnerabili in Sud Sudan. Lo denuncia il nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere (MSF) “Il conflitto in Sud Sudan: Violenza contro l’assistenza medica”, diffuso a livello internazionale a pochi giorni dall’anniversario del più giovane Stato al mondo, che il 9 luglio compie tre anni. Da quando è scoppiato il conflitto armato in Sud Sudan, nel dicembre 2013, almeno 58 persone sono state uccise negli ospedali e in almeno sei occasioni questi ultimi sono stati saccheggiati o bruciati. Secondo quanto riportato nel comunicato diffuso dall’ong Medici Senza Frontiere “il conflitto ha raggiunto terribili picchi di violenza, anche contro le strutture sanitarie. Hanno sparato ai pazienti mentre erano nei loro letti e strutture sanitarie salva-vita sono state bruciate e completamente distrutte.” Gli ospedali sono stati saccheggiati nelle città di Bor, Malakal, Bentiu, Nasir e Leer, spesso durante periodi di violenti combattimenti. L’ospedale di MSF a Leer, nella zona meridionale dello Unity State, è stato distrutto insieme a gran parte della città tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Era l’unica struttura a fornire assistenza medica secondaria, tra cui interventi chirurgici e trattamenti contro HIV e tubercolosi, in un’area popolata da circa 270 mila persone. Interi edifici sono stati ridotti in macerie e le attrezzature necessarie per la chirurgia, la conservazione dei vaccini, le trasfusioni di sangue e le attività di laboratorio sono state distrutte. Gli ospedali statali del Paese sono stati teatro di alcune delle violenze peggiori. Durante gli scontri di dicembre, nel Bor State Hospital, 14 pazienti e un membro del Ministero della Salute sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco. A febbraio sono state uccise altre 14 persone al Teaching Hospital di Malakal, tra cui 11 pazienti, a cui hanno sparato mentre erano nei loro letti. Ad aprile, al Bentiu State Hospital, circa 28 persone sono state uccise, tra cui almeno un membro del Ministero della Salute. A causa del conflitto in Sud Sudan, quasi 1,5 milioni di persone hanno dovuto lasciare la loro casa Tra questi un milione sono sfollati nel Paese e 378 mila sono in cerca di rifugio in Etiopia, Kenya, Sudan e Uganda. L’aspettativa di vita è di 54 anni, il tasso di mortalità materna è di 730 ogni 100 mila bambini nati vivi, quello per i bambini al di sotto dei 5 anni è di 104 su 1000. Oltre la metà della popolazione vive a più di 5 km a piedi dal centro sanitario più vicino. (AP) (3/7/2014 Agenzia Fides)


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