ASIA/TERRA SANTA - Padre David Neuhaus SJ: dolore e cordoglio per l'uccisione dei tre ragazzi ebrei, occorre mettere fine al ciclo della violenza

martedì, 1 luglio 2014

Gerusalemme (Agenzia Fides) - “Viviamo oggi in un'immensa tristezza per quello che è accaduto ieri. Una tristezza resa acuta anche perché segue le speranze che in questi giorni avevamo nutrito sulla sorte dei tre ragazzi. Siamo vicini alle famiglie e ai loro amici, preghiamo che il Signore li aiuti a vivere, ad andare avanti, e li consoli nel grande dolore da cui sono stati raggiunti”. Con queste parole di cordoglio padre David Neuhaus SJ, Vicario patriarcale per i cattolici di lingua ebraica del Patriarcato Latino di Gerusalemme, esprime i sentimenti di cristiani di Terra Santa davanti all'uccisione di Eyal Yifrah, Gil-Ad Shayer e Naftali Frenkel, i tre ragazzi ebrei scomparsi nei pressi di Hebron e i cui corpi senza vita sono stati ritrovati ieri presso il villaggio di Halhul. I tre giovani frequentavano una scuola rabbinica in una colonia ebraica.
Numerosi leader politici israeliani hanno attribuito a Hamas il triplice omicidio e hanno preannunciato rappresaglie. Durante le operazioni di ricerca dei tre rapiti condotte dall'esercito israeliano, già 5 palestinesi erano stati uccisi e 400 – perlopiù legati a Hamas – erano stati arrestati. “Adesso” riferisce p. Neuhaus “cresce anche la paura della reazione. Viviamo dentro un ciclo di violenza che dura da decine di anni e temiamo il prezzo che il popolo palestinese forse pagherà. Speriamo e preghiamo che i capi dello Stato d'Israele reagiscano con saggezza e visione del futuro e non soltanto guardando al passato” Secondo il Vicario patriarcale, la nuova spirale di violenza che sembra avvolgere la Terra Santa rende ancor più attuali gli appelli alla pace e alla riconciliazione lanciati da Papa Francesco durante e dopo la sua visita in Israele e Palestina. “Il Papa” sottolinea p. Neuhaus “non ha mai detto che la pace è già arrivata. Non siamo illusi, sappiamo che la violenza ha ancora il predominio e quello che ha fatto il Papa è stato proprio il tentativo di suggerire e aprire alternative a tutto questo. Noi che viviamo immersi in questo ciclo di violenza, a volte non riusciamo più a vedere la possibilità che tutto questo finisca. Si tratta, appunto, di mettere insieme i nemici. Dobbiamo pregare che questa situazione non duri in maniera permanente”. (GV) (Agenzia Fides 1/7/2014).


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