ASIA/NEPAL - Arrestati 40 leader cristiani per “conversioni forzate”: a rischio la libertà religiosa

martedì, 24 giugno 2014

Kathmandu (Agenzia Fides) – Oltre 40 leader cristiani sono stati arrestati, e poi rilasciati, accusati di presunte “conversioni forzate di fedeli indù”. Come appreso da Fides, la polizia nepalese ha eseguito l’ondata di arresti, tutti di leader di comunità cristiane protestanti, il 13 giugno scorso, su pressioni di leader indù nepalesi, ma solo ora ne è stata diffusa notizia. Gli arresti “costituiscono una minaccia inquietante alla libertà religiosa in Nepal” denuncia una nota inviata a Fides dall’Ong “Barnabas team”. Gli arresti sono il segno di insofferenza verso le minoranze: una folla indù si è infatti riunita fuori dal carcere, minacciando una rivolta se i cristiani fossero stati liberati. La maggior parte dei detenuti sono stati comunque rilasciati poche ore dopo l’arresto, ma 8 leader sono rimasti in custodia fino al 15 giugno. Secondo fonti locali, gli indù in Nepal, ispirati dai movimenti estremisti in India, “sono alla ricerca di pretesti contro i cristiani”.
In una recente visita in Nepal, agli inizi di giugno, Bhagat Singh Koshiyari, vicepresidente del partito nazionalista indiano “Bharatiya Janata Party” (BJP), che ha vinto le elezioni generali in India a maggio, ha esortato i leader civili nepalesi a “bandire immediatamente le conversioni religiose”, sostenendo che “i paesi occidentali promuovono il proselitismo in Nepal, a danno dell’induismo, da quando è diventato uno stato laico, nel 2006”.
Il tentativo del BJP di influenzare i leader del Nepal giunge mentre l’Assemblea costituente del piccolo paese è in fase di stesura di una nuova Costituzione, a lungo attesa. I cristiani sono preoccupati e auspicano che i loro diritti e le libertà fondamentali, come quella di espressione e di religione, siano rispettate nella nuova Carta. (PA) (Agenzia Fides 24/6/2014)


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