AMERICA/BOLIVIA - Una formazione sui valori per combattere violenza e bullismo

lunedì, 16 giugno 2014

Cochabamba (Agenzia Fides) – "La formazione degli studenti fondata sui valori è la priorità per la Chiesa cattolica" hanno concluso gli educatori delle scuole cattoliche riuniti in un Incontro nazionale a Cochabamba il 13 giugno. "L'iniziativa di esprimersi su questo tema è venuta dagli studenti, dai genitori e da membri della società civile" ha riferito, in una nota inviata a Fides, il Segretario esecutivo della Commissione episcopale per l'Educazione, Limbert Ayarde.
"Attualmente si vive in un relativismo morale, nell'idolatria del denaro e dell'egoismo" ha detto un'altra partecipante all'Incontro, la Presidente dell'Associazione boliviana per l'educazione cattolica, Raquel Reynolds. Per lei una delle maggiori sfide che devono affrontare i formatori in questo momento è quella di fermare la violenza. "Le aggressioni iniziano nelle aule di scuola e poi, più tardi, le vediamo riprodotte nella società" ha aggiunto, citando l'alto tasso di femminicidi che si contano a Cochabamba.
Tra le conclusioni dell'Incontro: "l'istruzione deve nascere nella famiglia e i genitori dovrebbero riflettere sulle loro priorità; spesso danno priorità a ciò che è solo materiale, economico, a scapito delle relazioni interpersonali e della comunicazione all’interno della propria casa”.
In Bolivia il bullismo nelle scuole è diventato un problema serio e grave, al punto di far intervenire diverse istituzioni della società boliviana con delle commissioni o disposizioni per fermare questo fenomeno. Secondo dati raccolti da Fides, circa un anno fa molte istituzioni segnalavano che 5 studenti su 10 nelle scuole erano vittime del bullismo o lo avevano subito qualche tempo prima.
L'anno scorso la Ong "Visión Mundial en Cochabamba", aveva segnalato 1.000 casi denunciati, ma si sa bene che il numero effettivo supera di molto questa cifra.
Molti "protagonisti" di questo fenomeno agiscono a causa di una violenza familiare vissuta dentro le mura della propria abitazione. Inoltre una parte di questo fenomeno è anche dovuta all'imitazione degli insegnanti che ancora puniscono fisicamente gli alunni. (CE) (Agenzia Fides, 16/06/2014)


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