AMERICA/STATI UNITI - Seimila emigranti morti in 15 anni: Vescovi statunitensi celebrano una Messa sulla frontiera

mercoledì, 2 aprile 2014

Arizona (Agenzia Fides) – “Questa Messa è per i più di 6.000 morti alla sola frontiera di Nogales, 11 milioni di persone senza documenti in attesa di futuro, 30.000 bambini senza genitori che fuggono. Nel deserto qui vicino sono stati trovati più di 400 cadaveri di persone che volevano passare di qua…” Sono le dure parole pronunciate dal Cardinale Sean Patrick O’Malley, O.F.M. Cap., Arcivescovo di Boston (USA) durante la Messa. Il Cardinale, insieme ad altri 8 Vescovi, ha camminato e pregato ieri nel deserto di Nogales, in Arizona, ricordando migliaia di emigranti centroamericani morti durante il loro "viaggio doloroso" nel tentativo di raggiungere gli Stati Uniti. "Non li abbiamo dimenticati" ha detto il Cardinale dopo aver percorso la linea di confine che separa l’Arizona dal Messico.
Secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides, alla fine della marcia di preghiera, il Vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Seattle, Sua Ecc. Mons. Eusebio L. Elizondo Almaguer, M.Sp.S., che è anche il Presidente della Commissione per i migranti della Conferenza Episcopale degli USA, ha affermato che "la frontiera fra Stati Uniti e Messico è la nostra Lampedusa; gli emigranti tentano di attraversarla in questo punto, ma spesso muoiono nel tentativo di farlo".
All’inizio della celebrazione eucaristica ha preso la parola il Vescovo di Tucson, Sua Ecc. Mons. Gerald Frederick Kicanas, che ha detto: "Siamo una stessa cosa, sia a Nogales del Messico che a Nogales dell’Arizona" alludendo al fatto che la cittadina di Nogales è attraversata dalla frontiera tra i due stati, che di fatto la divide in due. L’omelia del Cardinale O’Malley ha ridato un po’ di serenità alla gente che partecipava alla Messa quando ha citato l’impegno di diffondere il Vangelo di un noto attore comico messicano, quindi ha evidenziato che nel dna degli Stati Uniti è scritto che si tratta di una nazione di migranti, e ha ricordato che le esperienze degli antenati provenienti dall’Irlanda, i cui sacrifici, come quelli di tanti altri immigrati, "sono stati il segreto del successo degli Stati Uniti". (CE) (Agenzia Fides, 02/04/2014)


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