ASIA/PAKISTAN - La condanna a morte di Masih è la “morte della giustizia”: urge abrogare la legge sulla blasfemia

lunedì, 31 marzo 2014

Lahore (Agenzia Fides) – “Deploriamo la condanna a morte di Sawan Masih che ha creato ulteriore paura e insicurezza tra i cristiani in Pakistan. Questo verdetto sancisce la morte della giustizia in Pakistan”. E’ quanto dice all’Agenzia Fides l'avvocato Sardar Mushtaq Gill, a capo dell’Ong LEAD (“Legal Evangelical Association Development”), impegnata nella difesa dei diritti e nella promozione sociale dei cristiani in Pakistan. Il 27 marzo un tribunale di primo grado di Lahore ha condannato all’impiccagione il cristiano Sawan Masih per blasfemia. Secondo l’avvocato Gill, che ha seguito personalmente il caso, non vi è alcuna prova sostanziale a carico dell’uomo, ma solo una testimonianza presentata, fra l’altro, come “documentazione integrativa” diversi giorni dopo la denuncia. Ad aprile 2013 LEAD aveva depositato una richiesta di cauzione per Sawan Masih, che è stata rifiutata dalla Corte. Dopo la condanna a morte di Masih, LEAD lancia un appello attraverso Fides: “Occorre coagulare tutte le organizzazioni che tutelano i diritti umani, in Pakistan e all’estero, e alzare la voce per chiedere l’abrogazione della legge sulla blasfemia in Pakistan”. (PA) (Agenzia Fides 31/3/2014)


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