ASIA/INDIA - Tre condannati e sei assolti per lo stupro di una suora, nei massacri di cristiani in Orissa: “parodia della giustizia”

venerdì, 14 marzo 2014

New Delhi (Agenzia Fides) – Shock e costernazione fra i cristiani indiani dopo la sentenza di questa mattina, 14 marzo, in cui un tribunale di primo grado nel distretto di Kandhamal, in Orissa, ha condanno tre persone e ne ha assolte sei per lo stupro di gruppo della suora cattolica Meena Barwa. Lo stupro fu uno dei crimini più odiosi duranti i massacri anticristiani registrati in Orissa nel 2008, quando oltre 400 villaggi furono “ripuliti” di tutti i cristiani; più di 5.600 case e 296 chiese furono bruciate, i morti furono 100 (ma il governo ne riconosce solo 56), migliaia i feriti, diverse donne violentate, 56.000 uomini, donne e bambini restarono senza casa. Suor Meena fu violentata da più uomini e umiliata, costretta a sfilare seminuda per le strade dai suoi aguzzini, come trofeo di violenza.
Secondo il “Consiglio Globale dei Cristiani Indiani” (GCIC) si tratta di una “parodia della giustizia”, dato che “tutti e 9 i criminali erano chiaramente coinvolti”. “Il verdetto della Corte – afferma a Fides Sajan K. George, presidente del GCIC – mostra l'insensibilità dei giudici verso l’orrendo crimine. Il verdetto certifica il fallimento a tutti i livelli: di documentazione, di indagine, di perseguimento dei casi. La sentenza è un chiaro caso di connivenza dei funzionari pubblici con le forze estremiste. Sancisce il loro sostegno alla violenza e mostra una volontà deliberata di affondare la giustizia”. Secondo George, “la complicità della polizia con gli autori del reato, emersa nel corso delle indagini e dell'azione penale, indica un pregiudizio istituzionale contro la comunità cristiana”. Il GCIC denuncia “l’abbandono intenzionale di doveri costituzionalmente obbligatori”.
Fides ha appreso le cifre che danno il quadro dell’impunità sui massacri dell’Orissa: su 3.232 denunce penali depositate dai cristiani, le polizia ne ha accettate 1.541. Di queste, solo 828 denunce di privati cittadini sono state effettivamente convertite in processo. In 169 casi, i procedimenti si sono già conclusi con piena assoluzione: in tutto le perone assolte sono 1.597 (e questi imputati sono un numero esiguo, rispetto alla massa di persone che partecipò attivamente ai massacri). Le assoluzioni, spiegano fonti di Fides, avvengono perché spesso i testimoni-chiave sono minacciati, intimiditi o impauriti. Altri 86 processi hanno visto condanne molto lievi. In altri 90 casi, le indagini sono ancora in corso, ma più passa il tempo, minori sono le possibilità di raccogliere prove inconfutabili. (PA) (Agenzia Fides 14/3/2014)


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