AMERICA/HAITI - “Una presenza dinanzi al mondo di questo piccolo paese”: il neo Cardinale Langlois a Fides

martedì, 25 febbraio 2014

Roma (Agenzia Fides) – E’ il Cardinale più giovane del Concistoro appena tenuto, ed è il primo Cardinale nella storia di Haiti: Sua Eminenza Chibly Langlois, Arcivescovo di Les Cayes, 55 anni, che in un colloquio con l’Agenzia Fides esprime i suoi sentimenti e descrive l’impegno della Chiesa locale.
“Prima di tutto vorrei ringraziare per questa opportunità di esprimere la voce della chiesa di Haiti – dice a Fides il Card. Langlois -, questo paese che ha una grande fede. Come Chiesa siamo grati al Papa per aver nominato un Cardinale di Haiti, perché ciò è molto significativo: una presenza dinanzi al mondo di questo piccolo paese. Ad Haiti c’è una Chiesa che vive costantemente l’evangelizzazione nella linea dei Vescovi dell’America Latina, vale a dire, con la priorità della pastorale, vivere accanto alle preoccupazioni dei più poveri, come tante volte ha detto Papa Francesco. Abbiamo questa preoccupazione: coinvolgere tutti nell’impegno dell’evangelizzazione, giovani, sacerdoti, vescovi, religiosi, famiglie, la comunità dei fedeli, tutti dobbiamo condividere questa visione pastorale”.
Haiti è il paese più povero dell’America Latina, devastato dal tremendo terremoto del gennaio 2010 che ha lasciato ferite ancora aperte, con una situazione politica in crisi che paralizza la nazione e da cui solo grazie alla mediazione della Chiesa, nella persona dell’Arcivescovo Langlois, sta cercando di uscire (vedi Fides 18/02/2014).
“La Chiesa di Haiti si sente responsabile anche della situazione in cui vive la popolazione, una situazione economica dinanzi alla quale non possiamo rimanere indifferenti – prosegue il Card. Langlois -. A questo proposito c’è una cosa molto importante da rilevare nel campo sociale: la Chiesa accompagna i protagonisti politici per riuscire a costruire un dialogo fra tutte le parti e risolvere i problemi della nostra società. Dobbiamo condividere la responsabilità di risolvere la situazione politica che vive il nostro paese, la crisi che vive il paese, e questo sarà possibile solo con il dialogo. La Conferenza Episcopale si è offerta come mediatrice in questa crisi e abbiamo la speranza che, attraverso il dialogo, si vada avanti. Adesso manca solo la firma dell’accordo per uscire dalla crisi. In questo la Chiesa ha quindi un ruolo sociale molto ben definito”. (CE) (Agenzia Fides, 25/02/2014)


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