ASIA/BANGLADESH - Giubileo della missione a Pathorghata, “il porto delle pietre”

lunedì, 17 febbraio 2014

Pathorghata – (Agenzi Fides) – Oltre 2.500 persone hanno partecipato nei giorni scorsi alle celebrazioni per il 50° anniversario della missione di Pathorghata, nella diocesi di Dinajpur. Così p. Livio Prete, Pime, parroco locale, ricorda i primordi della missione: “Agli inizi degli anni ‘40, un pastore della diocesi di Dinajpur, mons. Giovanni Battista Anselmo – originario della diocesi di Genova – passando da questi parti, vide un picco posto sull'ansa del fiume Tulsigonga e su quel luogo profetizzò la nascita di una missione. Il picco sul fiume era una pietraia, in un paese che non conosce i sassi. Eppure da quelle pietre è venuto il nome della missione: Pathorghata, cioè ‘porto delle pietre’. Il posto ha una storia antichissima: in passato c’era stato un insediamento Buddhista, poi Hinduista ed ora, da 50 anni, una missione cristiana”. “A dissodare questa pietraia – prosegue il messaggio giunto a Fides – venne mandato il missionario p. Giovanni Vanzetti. Arrivò il 20 febbraio del 1962. Visse per due anni in un piccolo villaggio e da lì, pian piano, edificò la chiesa e la casa parrocchiale: tutto rigorosamente costruito di terra. Qui rimase fino al 1979”.
P. Livio, raccontando la commozione della gente locale, afferma: “Guardando questa festa, pensavo alla Creazione. Al termine del primo giorno viene detto, nel libro della Genesi: ‘Dio vide che la luce era cosa buona’. Dio vede buone tutte le sue opere. Così per questa missione. Lo sguardo di Dio è sempre stato posato su questo luogo, Lui ha plasmato questa chiesa. E’ Lui il custode che guida il suo popolo”.
Il giorno del Giubileo, è stato più volte ricordato il primo missionario, p. Giovanni e il suo servizio instancabile, incluso il suo impegno per lo sviluppo sociale e agricolo di tutta la zona, con nuovi programmi di coltivazione e irrigazione. P. Vanzetti ha anche avviato la scuola e, dopo la distruzione negli anni della guerra, ha ricostruito tutto con pazienza. P. Livio ricorda i meriti del primo missionario: “Aver edificato la missione e la Chiesa nel cuore del suo popolo”. (PA) (Agenzia Fides 17/2/2014)


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