OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - La Papua Nuova Guinea vuole la notorietà grazie alla pena di morte?

martedì, 28 gennaio 2014

Port Moresby (Agenzia Fides) – Si preparano all’esecuzione capitale 13 uomini condannati per crimini di pirateria e omicidi alcuni anni fa. I 13 sono nel braccio della morte e, secondo i mass-media, “hanno i giorni contati”. “E’ improbabile che vedranno un altro Natale”, afferma un corsivo pubblicato ieri, 27 gennaio, dal quotidiano “The National”. Nel 2013, la Papua Nuova Guinea ha ripristinato la pena di morte per i reati di omicidio, stupro aggravato e rapina a mano armata. Alti funzionari statali hanno viaggiato a lungo all’estero nel 2013 cercando di capire quale possa essere la modalità di esecuzione più giusta e più adatta al paese: iniezione letale, impiccagione o fucilazione. Hanno visitato Stati Uniti, Thailandia, Malaysia e Singapore. “Un giorno la nazione si sveglierà alla notizia della prima esecuzione capitale da 60 anni a questa parte (l’ultima fu nel 1954 ). Ci rifiutiamo di credere che tutti e 13 i detenuti saranno giustiziati insieme: con un simile atto eclatante, la nazione guadagnerebbe, per la prima volta nella storia, i titoli di tutti i mass-media internazionali”, commenta all’Agenzia Fides p. Giorgio Licini, PIME, segretario della Commissione per le comunicazioni sociali in seno alla Conferenza episcopale locale.
“Sembra, purtroppo, questa l’aspettativa del governo, e forse il desiderio di molti cittadini della Papua Nuova Guinea”, nota il missionario, segnalando a Fides un'altra questione: “Nei dibattiti informali ci si interroga sulla figura dei carnefici, che dovranno essere assunti al di fuori del paese per evitare ritorsioni e possibili scontri tribali nella società. Accadrà come molti anni fa: l'assunzione di mercenari stranieri per uccidere la gente della Papua. A quanto pare, non abbiamo imparato la lezione della storia”, conclude. (PA) (Agenzia Fides 28/1/2014)


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