AFRICA/CONGO RD - Speculazioni inquietanti sull’uccisione dell’ufficiale che ha sconfitto l’M23

mercoledì, 15 gennaio 2014

Kinshasa (Agenzia Fides)- Sono sorte ombre inquietanti sulla morte del il colonnello Mamadou Ndala, Comandante della Brigata URR (Unità di Rapida Reazione) ucciso il 2 gennaio, in un agguato avvenuto a Ngadi (Matembo), un villaggio vicino all’aeroporto di Mavivi, a cinque chilometri dalla città di Beni (Nord Kivu).
Il colonnello Ndala era considerato come colui che ha portato l’esercito congolese ha sconfiggere i guerriglieri dell’M23, che da anni terrorizzavano il Nord Kivu.
Sulla stampa congolese sono sorti forti sospetti che l’agguato che è costato la vita all’ufficiale, attribuito dal governo ai guerriglieri ugandesi dell’ADF-NALU, sia stata in realtà il risultato di una faida interna all’esercito stesso, oppure opera di infiltrati dell’M23 nelle file militari.
“Se Mamadou N’Dala, considerato dalla popolazione come l’eroe che ha liberato il Nord-Kivu dall’occupazione rwandese via l’M23, è stato un patriota che ha saputo dimostrare che la RDC può aspirare alla creazione di un esercito davvero repubblicano, qualora ci sia la volontà politica di farlo, il suo assassinio, qualora si confermasse il sospetto di una responsabilità interna all’esercito, dimostrerebbe tuttavia che si è ancora lontani dalla resurrezione delle FARDC (forze armate congolesi) e che i problemi interni all’esercito rimangono ancora irrisolti” afferma una nota inviata all’Agenzia Fides dalla Rete Pace per il Congo.
“Per ovviare alle tante incongruenze, complicità e tradimenti, occorrerà abbandonare definitivamente la strada dell’integrazione collettiva, nell’esercito regolare, dei membri smobilitati dei gruppi armati, quali che siano, e optare per un reclutamento di nuove leve, su base volontaria e professionale e secondo i criteri fissati dalla legge” sottolinea la nota, che auspica che sia resa giustizia all’ufficiale ucciso così come a tutte le vittime della guerra nel Kivu. (L.M.) (Agenzia Fides 15/1/2014)


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