ASIA/INDONESIA - Per debellare il terrorismo, urge un piano nazionale di “de-radicalizzazione”

venerdì, 3 gennaio 2014

Giacarta (Agenzia Fides) – I gruppi terroristi di matrice islamica radicale in Indonesia sono più deboli rispetto al passato, ma restano tuttora pericolosi. Per debellarli occorre, da un lato, uno sforza coordinato della polizia e dall’altro un “programma nazionale di de-radicalizzazione” per smontare l’ideologia terrorista e promuovere l’educazione al dialogo e all’armonia a partire dalle scuole. E’ quanto afferma un nuovo rapporto pubblicato dall' “Institute for Policy Analysis of Conflict” (IPAC), think-tank con sede a Giacarta. Nel testo, inviato all’Agenzia Fides, si afferma che gli ordigni utilizzati negli attentati terroristici messi in atto nel 2013 dimostrano minori competenza tecnologiche e sono stati di minore efficacia distruttiva; e molti attentati sono, fortunatamente, falliti. Tuttavia “resistono le reti di estremisti che continuano a portare attacchi al sistema e a seminare odio”, che rimangono “una latente minaccia alla sicurezza nazionale”.
Se l’impatto del terrorismo è di minore efficacia, il radicalismo è tuttora vivo: e per avere un reale successo nella lotta al terrorismo, l’Indonesia ha bisogno di un “programma di de-radicalizzazione” – afferma il rapporto – che non si limiti a “curare” le vittime dell’indottrinamento, ma che possa “prevenire la radicalizzazione”. L’Agenzia nazionale antiterrorismo ha avviato la costruzione di uno specifico “Centro di riabilitazione” per gli estremisti, già arrestati e condannati, al fine di permetterne il reinserimento nel tessuto sociale. Ma, secondo il rapporto, finora l’Indonesia ha tenuto un “approccio morbido”: le istituzioni statali dovrebbero lavorare meglio in concerto con le comunità e le istituzioni locali. Un punto nodale è costituito dalla scuola e dal sistema di istruzione, che dovrebbe educare le nuove generazioni a valori come pace, armonia e pluralismo, tipici della tradizione indonesiana. Secondo il testo, un altro ambito da monitorare, cruciale per la lotta al terrorismo, è, infine, il “cyberspazio”, dato che molti gruppi radicali utilizzano Internet per incontrarsi, per tenersi in contatto, per organizzare le loro azioni criminose. (PA) (agenzia Fides 3/1/2014)


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