EUROPA/SPAGNA - “Dopo il nuovo ricovero, sono stati gli stessi carcerati ad intensificare spontaneamente le preghiere per la salute del Papa” dice a Fides il cappellano della prigione di Valencia

venerdì, 4 marzo 2005

Valencia (Agenzia Fides) - "I carcerati avevano già pregato per la salute del Pontefice quando era stato ricoverato al policlinico Gemelli agli inizi di febbraio, a causa di una forma influenzale. Dopo aver appreso la notizia della ricaduta e del nuovo ricovero in ospedale, hanno voluto loro stessi, in modo spontaneo, intensificare le preghiere". A comunicarlo all’Agenzia Fides è P. Juan Carlos Fortón Ledesma, uno dei quattro cappellani che operano nella prigione di Picassent (Valencia), che è anche Segretario diocesano della pastorale penitenziaria di Valencia.
"Nella prigione - dice a Fides il cappellano - ci sono in totale 2.800 carcerati. Noi celebriamo diverse Messe tra il sabato pomeriggio e la domenica, nei diversi reparti in cui sono divisi i carcerati. Poi ci sono anche i volontari che organizzano liturgie della Parola. Il nostro desiderio è che tutti partecipino alla preghiera in forma spontanea e familiare. Io li tengo sempre informati di tutto quello che succede nel mondo, ed ora, avendo saputo della salute precaria del Santo Padre, elevano continuamente preghiere in forma spontanea chiedendo il suo pronto ristabilimento. Devo dire che si dimostrano molto sensibili a tutti i problemi del mondo. Per esempio abbiamo aperto un conto per collaborare con “Manos Unidas” a favore delle vittime del maremoto in India ed i carcerati hanno collaborato ognuno secondo le sue possibilità.”
Oltre ai carcerati, varie centinaia di universitari hanno organizzato incontri di preghiera per la salute del Papa nelle cappelle dell'Università cattolica di Valencia "San Vicente Mártir" e nella facoltà di Teologia di Valencia, dove l'affluenza di professori ed universitari è continua. Ogni giorno si celebrano due Messe in ognuna delle cappelle per questa intenzione particolare. (RG) (Agenzia Fides 4/3/2005; righe 19; parole 272)


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