ASIA/INDIA - Giornata dei diritti umani, il grido dei Vescovi: “L’India ha fallito nel promuoverli”

martedì, 10 dicembre 2013

New Delhi (Agenzia Fides) – “L’India sta miseramente fallendo nel suo obbligo di rispettare, proteggere e promuovere i diritti umani dei suoi cittadini. La situazione indiana riporta diffuse e flagranti violazioni dei diritti che incidono negativamente sulla vita e sul sostentamento dei poveri e dei gruppi vulnerabili”: è quanto afferma, nella Giornata Onu per i diritti umani, che si celebra oggi, 10 dicembre, la Commissione per la giustizia, pace e sviluppo nella Conferenza Episcopale dell’India. In un messaggio inviato all’Agenzia Fides, e firmato da p. Charles Irudayam, segretario della Commissione, si ricordano i clamorosi punti dolenti, cioè tutti i casi in cui i diritti elementari sono stati calpestati in India. Fra gli esempi riportati: la tragedia di Bhopal nel 1984; i pogrom basati sulla casta o sulla religione; l'impunità di cui godono gli autori dei pogrom in Gujarat, in Orissa e in Uttar Pradesh. Per tutti i cittadini indiani, prosegue il testo “l'indifferenza dello stato alla domanda di cancellare le leggi che discriminano su base della religione, il rifiuto ostinato a porre fine pena di morte, e ad abrogare le leggi sui poteri speciali alle Forze Armate, mostrano la mancanza di rispetto dei diritti umani”.
Inoltre, si afferma “lo stato ha scelto di sacrificare i diritti dei suoi cittadini sull'altare dello sviluppo”. Vi sono, infatti, “sfollamenti di massa di tribali per attività minerarie o di costruzione di centrali elettriche, termiche o nucleari a scapito delle condizioni di vita dei pescatori o agricoltori”. “Il fallimento dello stato – prosegue la nota – è evidente nella mancata protezione di donne e bambini dagli abusi e dalla violenza sessuale, nonostante le leggi”.
In questo ambito la Chiesa offre il suo contributo per rendere l’India migliore: la Chiesa si impegna per la liberare e promuovere le fasce più deboli come i tribali , donne, dalit, bambini e si impegna nella sensibilizzazione capillare per essere “voce si chi non ha voce”. Tale approccio, notano i Vescovi indiani “è ribadito da Papa Francesco nella sua recente esortazione apostolica Evangelii Gaudium, quando dice: ‘Ogni individuo e ogni comunità cristiana ed è chiamata ad essere uno strumento di Dio per la liberazione e la promozione dei poveri , e per consentire loro di essere parte della società. Ciò esige che siamo docili e attenti al grido dei poveri e di venire in loro aiuto” (EG n. 187). (PA) (Agenzia Fides 10/12/2013)


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