ASIA/SIRIA - Voci contrastanti sulla vicenda delle suore di Maalula

giovedì, 5 dicembre 2013

Damasco (Agenzia Fides) - La vicenda delle monache prelevate dal convento d Santa Tecla dopo l'occupazione della città di Maalula da parte delle milizie anti-Assad rimane non del tutto chiarita. Secondo fonti di Damasco confermate alle agenzie anche dal Nunzio apostolico Mario Zenari, la Madre Superiora Pelagia Sayyaf ha potuto parlare per telefono con il Patriarcato greco ortodosso di Antiochia mercoledì 4 dicembre, confermando che le suore per ora stanno bene. Mentre Musab al Jair, portavoce del Consiglio Militare di Damasco (organismo dei ribelli) ha riferito all'agenzia Efe che le suore potrebbero essere liberate in qualche località della regione del Qualamun, in risposta alle richieste provenienti dai cristiani di tutto il mondo. Le monache si troverebbero attualmente nella città di Yabrud, controllata dai ribelli.

Dopo l'occupazione di Maalula da parte delle milizie ribelli, le fonti ufficiali del regime hanno subito scritto che le suore e gli orfani presenti ne monastero erano stati rapiti da “terroristi” (termine con cui vengono indicati indistintamente dalle fonti governative i militanti di tutti i gruppi d'opposizione). Mercoledì 4 dicembre, il quotidiano pro-regime Al-Watan ha aggiunto che i “terroristi avevano intenzione di usare le suore rapite come scudi umani”. Sul lato opposto, fonti dei ribelli ampiamente citate dal canale tv al Arabiya hanno diffuso la versione secondo cui cecchini fedeli al regime avevano tentato di bloccare i tentativi di evacuazione delle suore operati per garantire la loro incolumità.
Le ricostruzioni contrastanti della vicenda – come fa notare l'organizzazione Middle East Concern - “riflettono la complessità della crisi e la tendenza diffusa a usare i media per promuovere le diverse agende delle parti in conflitto”. Secondo quanto conferma l'organizzazione Middle East Concern, la maggior parte delle suore si erano già trasferite in un luogo più sicuro prima dell'ultimo attacco dei ribelli alla città di Maalula. Allo stesso modo, anche i 21 orfani ospitati nel monastero erano stati portati a Damasco. Nel santuario era rimasta solo la madre superiora Pelagia Sayyaf e alcune monache anziane. (GV) (Agenzia Fides 5/12/2013).


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