AFRICA/MOZAMBICO - “Vi sono ancora spazi di mediazione” dicono fonti della Chiesa dopo la denuncia degli accordi di pace

martedì, 22 ottobre 2013

Maputo (Agenzia Fides)- “È un periodo delicato perché siamo alla vigilia delle elezioni amministrative, il 20 novembre, alle quale seguiranno il prossimo anno quelle politiche. La RENAMO non si presenta per protestare contro quelle che ritiene delle discriminazioni nei suoi confronti. È chiaro quindi che la sua dirigenza cerca di alzare il livello dello scontro per mostrarsi ancora presente nella vita politica della nazione” dicono all’Agenzia Fides fonti della Chiesa in Mozambico, dove ieri, 21 ottobre, gli ex ribelli della RENAMO hanno denunciato gli accordi di Roma del 1992 che avevano messo fine a 17 anni di guerra civile, dopo l’attacco compiuto dall’esercito contro il loro quartiere generale di Sathundjira, nella provincia di Sofala.
“La crisi si stava trascinando da tempo ma finora è rimasta localizzata nella zona di Sofala, nell’Arcidiocesi di Beira, dove il capo della RENAMO si è rifugiato, attorniato da un gruppo di fedelissimi” dicono le nostre fonti, che aggiungono che la denuncia degli accordi di Roma da parte dei capi della RENAMO è conseguente alla “posizione assunta da loro fin dall’inizio della crisi, quando affermavano che il governo non stava rispettando le intese”.
Secondo le nostre fonti sono ancora aperte le vie del dialogo e della pace, anche se non si esclude un ricorso da parte della RENAMO ad azioni di guerriglia. Il 22 ottobre un gruppo della RENAMO ha attaccato un posto di polizia a Maringue.
“La Chiesa continua ad insistere nel promuovere il dialogo e la pace. Ogni domenica nelle Messe parrocchiali si insiste sulla necessità di non ritornare indietro con prese di posizioni violente che possono provocare altri lutti” affermano le fonti di Fides. “Tutti, non solo la Chiesa cattolica, ma anche le altre componenti della società civile e delle rappresentanze diplomatiche e internazionali presenti in Mozambico da tempo condannano questi scontri e le tensioni tra le due parti, cercando di ristabilire un dialogo”.
“Vi sono ancora spazi per tentare una mediazione, primo perché la crisi è ancora localizzata a Sofala. Secondo perché il Mozambico è cambiato rispetto a 20 anni fa. La stessa RENAMO si è spaccata due anni fa, con la creazione da una sua costola di un nuovo partito l’MDM (Movimento Democratico Mozambicano) che sta prendendo piede, a scapito della vecchia dirigenza, che anche per questo motivo cerca, attraverso questa crisi, di accrescere il proprio peso politico. Un gioco difficile, perché, ed è il terzo punto, lo scenario internazionale difficilmente consentirà alla RENAMO di trovare sponsor esterni per avviare una lotta armata, che peraltro è respinta dalla maggioranza dei mozambicani” concludono le fonti di Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 22/10/2013)


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