AMERICA/NICARAGUA - Persecuzione subdola contro la Chiesa: la denuncia del Vescovo di Esteli

lunedì, 21 ottobre 2013

Managua (Agenzia Fides) – “Ho già denunciato non solo di avere il telefono sotto controllo, ma una persecuzione subdola che si sta portando avanti. Non si può parlare apertamente e onestamente senza essere oggetto di persecuzione da parte delle autorità”: è la forte denuncia, pervenuta all’Agenzia Fides, del Vescovo della diocesi di Esteli (Nicaragua), Sua Ecc. Mons. Juan Abelardo Mata Guevara, SDB, che è anche Presidente della Associazione nicaraguense per i diritti umani (ANPDH).

Il motivo della denuncia del Vescovo è originato dalla diffusione di notizie false sull'incontro avvenuto in Honduras tra i rappresentanti dell’ANPDH e i leader di alcuni gruppi contrari al governo nicaraguense del Presidente Daniel Ortega, presente il Vescovo, con il fine di favorire il dialogo tra le due parti. La delegazione dell’ANPDH infatti è entrata in Honduras legalmente, sottoponendosi al controllo dello stato stabilito alle frontiere e soprattutto sotto la supervisione del meccanismo di intelligence militare che c'è proprio lì. Mentre il giornale La Prensa ha riportato correttamente la cronaca dell’evento, altri media filogovernativi hanno cercato di far apparire tutto come illegale, screditando quindi la Chiesa.

Nella nota pervenuta a Fides, il Vescovo di Esteli ribadisce: “Se qualcuno avesse qualcosa contro di noi, sarebbe normale chiamarci e chiederci ufficialmente spiegazioni, invece di arrivare a questa situazione". Quindi prosegue: "Vogliono screditarci perché non possono mettere a tacere il grido di un popolo, è un malcontento che cresce. In qualche modo si devono cercare capri espiatori per accusare falsamente coloro che veramente sono la voce dei senza voce".

Sull’impegno di proporre al governo nicaraguese il dialogo con questi gruppi di opposizione, Mons. Juan Abelardo Mata Guevara sottolinea: “C'è l'idea di dialogare, ma non un dialogo per ottenere vantaggi, perché loro non vogliono privilegi, tutti noi vogliamo lavorare in pace". Quindi ha concluso: "Come Pastori non possiamo vedere uccidere il popolo senza fare nulla. Non si può trattare così, per rappresaglia, una popolazione che non è d'accordo con il governo". (CE) (Agenzia Fides, 21/10/2013)


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